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Garlasco, le nove telefonate cancellate dalla memoria del telefono di casa Poggi: nuova clamorosa svolta
Parlano i periti tecnici: "Quella cosa proprio non tornava". La verità sull'analisi del pc di Stasi

Garlasco, minacce di morte all'ex legale di Sempio: nuovi fatti inquietanti
Il giallo di Garlasco continua e per la prima volta viene svelato un fatto assolutamente inedito sull'inchiesta, rompono il silenzio i periti informatici che hanno effettuato i rilevamenti sul computer di Alberto Stasi e sul telefono fisso di casa Poggi, il dispositivo macchiato di sangue. I tecnici a Ignoto X su La7 svelano: "Una cosa ci colpì, analizzando il telefono fisso della villetta di via Pascoli dove avvenne il delitto, notammo che mancavano nove telefonate nella memoria del telefono". Qualcuno, forse il killer, le avrebbe cancellate. Ma perché? Su questo aspetto ancora non esiste una risposta, ma è l'ennesimo fatto inquietante che si aggiunge alla lunga lista di anomalie in questa vicenda giudiziaria sempre più intricata.
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Focus anche sull’ora della morte di Chiara Poggi: secondo indiscrezioni della nuova inchiesta della Procura di Pavia, il delitto potrebbe essere avvenuto in un orario diverso da quello cristallizzato nella sentenza di condanna di Alberto Stasi. A complicare ancora di più il quadro, ecco che arrivano anche delle minacce di morte ai legali coinvolti in questo caso. "Certo che sono preoccupato, ho una famiglia". Con queste parole l'avvocato Fabrizio Gallo racconta di aver ricevuto una lettera di minacce, rivolta a lui e al suo assistito Massimo Lovati, ex legale del nuovo indagato per il delitto di Garlasco Andrea Sempio.
Sul foglio mostrato a "Mattino Cinque", che i legali si sarebbero ritrovati sotto la porta dello studio di Lovati, c'era scritto con ritagli di giornale e in dialetto: "L'è mei che ra sta ciu", ovvero, "è meglio che stai zitto". "È un atto di intimidazione e non è il primo, sono una serie di atti", dice ancora Gallo, e racconta di episodi in cui si è sentito poco al sicuro. Tra questi, uno in particolare lo ha allarmato: avrebbe accompagnato il suo assistito Massimo Lovati alle poste, e sarebbe stato riconosciuto. "Si avvicina un signore - racconta -, che è un signore perbene, mi saluta, dice: 'La sto vedendo in tv, io la seguo. Posso dire una cosa avvocato? Deve stare attento perché prima o dopo le tirano due botte".
