Garlasco, Stasi rischia 30 anni. Il legale: "E' in un tritacarne"
L'umore di chi e' "come in un tritacarne", al quarto processo che "lo segna da sette anni". Cosi' Fabio Giarda, tra i legali di Alberto Stasi, fotografa lo stato d'animo dell'unico imputato del processo per l'omicidio di Chiara Poggi.
Dopo l'assoluzione in primo e secondo grado e la richiesta di rinvio della Cassazione, è iniziato a Milano il processo d'appello bis in cui l'ex fidanzato della vittima rischia 30 anni per il delitto del 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia). Alberto, come sempre, ha preso appunti per l'intera udienza, che si celebra a porte chiuse e con rito abbreviato, e secondo il legale "non fara' dichiarazioni spontanee. E' una persona che deve fare i conti con le novita' e le sorprese che ci sono ogni volta, ad ogni udienza; oggi ad esempio il pg ha chiesto che fosse sequestrata la bici nera nella disponibilita' della famiglia Stasi".
E' stata rinviato al prossimo 16 aprile il processo sul processo d'appello bis che vede imputato Alberto Stasi per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Nella prossima udienza, la difesa concluderà chiedendo che le perizie chieste da accusa e parte civile non vengano ammesse. "Gli accertamenti sono gia' stati fatti - spiega il legale della difesa Fabio Giarda - e qualunque nuova analisi non ci portera' a risultati certi".
Il pool dei legali di Alberto ha chiesto tempo per analizzare i documenti relativi all'ex maresciallo Francesco Marchetto, tra i primi a occuparsi del caso, ma che avrebbe mentito (la famiglia Poggi ha presentato un esposto per falsa testimonianza) sulla bicicletta nera da donna, forse il mezzo usato dall'assassino per fuggire. La difesa si e' anche opposta all'analisi dei gradini della villetta di via Pascoli su cui Alberto scopri' il corpo senza vita di Chiara. "Tutti i periti e i consulenti hanno gia' evidenziato che non e' possibile ricostruire le macchie sui gradini", aggiunge Giarda.
La mamma di Chiara ha detto di essere "ancora una volta emozionata, nel rientrare in Aula" e di avere "fiducia nella giustizia perche' la Cassazione ci ha dato una mano per tornare a sperare". Sia l'accusa, rappresentata dal pg Laura Barbaini, sia l'avvocato di parte civile, Gian Luigi Tizzoni, chiederanno di riaprire il dibattimento e svolgere nuovi accertamenti, in linea con quanto suggerito dalla Cassazione.