Il trucco grillino sui contributi. "Dei parlamentari M5S non li pagano"
Restituiscono parte dello stipendio e dei rimborsi elettorali però non pagano i contributi ai propri portaborse in Parlamento. E' il caso di alcuni parlamentari M5S della Campania che si adoperano per trovare un sistema per evitare il pagamento dei contributi previdenziali a collaboratori e consulenti. Tra di loro, scrive Il Mattino, c'è anche Angelo Tofalo, il grillino che ha fatto molto parlare di sé nelle ultime settimane per la sua frase "boia chi molla".
Tofalo avrebbe creato una ditta individuale, "Tofano Angelo", con domicilio a Pellezzano, in provincia di Salerno. Si tratta di un'azienda di tipo A1, con una sola posizione, senza unità operative e non autorizzata all'accertamento contributivo per "attività dei partiti". Tramite la società, continua il quotidiano campano, ci sono state due assunzioni con un contratto part time ma anche di tempo indeterminato. Il tutto per usurfuire della gevolazioni della legge 407/1990 che prevede, per persone disoccupate da più di due anni e residenti nel Mezzogiorno, l'esenzione totale dal pagamento dei contributi previdenziali. I contributi vengono così coperti dalle casse pubbliche dell'Inps.
Un sistema che sarebbe adottato da altri parlamentari campani del movimento di Beppe Grillo. Un sistema legale ma che può creare molte perplessità, perché va a cercare l'espediente. E più perplessità perché adottato proprio da esponenti di un movimento che sbandiera, spesso a ragione, il proprio rifiuto a stipendi e indennità.