Ilva, per Riva e Capogrosso obbligo di dimora
Obbligo di dimora per i Riva e per l'ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto. Lo ha disposto il gip di Taranto, Patrizia Todisco. Poco fa, infatti, la Guardia di Finanza ha ritirato dal gip i provvedimenti con cui si dispone la revoca degli arresti domiciliari per Emilio e Nicola Riva, padre e figlio ed ex presidenti dell'Ilva, e per Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto, tutti arrestati il 26 luglio di un anno fa e oggi rimessi in liberta' per decorrenza dei termini. Capogrosso era stato anche riarrestato e condotto in carcere successivamente, il 26 novembre, per un altro troncone dell'inchiesta Ilva e attualmente era ai domiciliari. Per tutti e tre il gip ha disposto l'obbligo di dimora. Nei confronti di Capogrosso la revoca verra' notificata direttamente dalla Finanza, mentre nei confronti dei Riva dalla Polizia penitenziaria.
Slitta la chiusura dell'inchiesta "Ambiente Svenduto" relativa ai danni dell'inquinamento dell'Ilva di Taranto ma, soprattutto, a quelle che i magistrati ritengono essere state le complicita' dei Riva e dell'azienda con la pubblica amministrazione e la politica affinche' la societa' siderurgica venisse messa al riparo da provvedimenti ambientali. In sostanza, la tesi dei giudici e' che se l'Ilva e i Riva hanno inquinato in questi anni provocando danni pesanti all'ambiente e alla salute dei cittadini e dei lavoratori di Taranto, lo hanno potuto fare anche perche' i controlli sono stati carenti e l'azione di vigilanza pubblica del tutto inadeguata.
Auspicio del procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, capo del pool di inquirenti che indaga sull'Ilva, era di chiudere l'inchiesta, con l'invio dei relativi avvisi, prima della pausa feriale. In realta' il lavoro si e' dimostrato piu' complesso del previsto e quindi probabilmente occorrera' altro tempo. Si pensa che la chiusura delle indagini possa avvenire a settembre e comunque prima che si arrivi all'anniversario della seconda ondata di arresti e sequestri, quella che scatto' il 26 novembre 2012. E' ancora al vaglio dei giudici, infatti, la posizione nell'inchiesta di tutta una serie di persone, molte delle quali gia' sentite nei mesi scorsi. Proprio ieri i finanzieri si sono recati negli uffici della Provincia di Taranto e della Regione Puglia per prelevare una serie di documenti che riguardano la discarica "Mater Gratiae" dell'Ilva, impianto situato nello stabilimento siderurgico e che lo scorso 15 maggio ha provocato ulteriori arresti, tra cui quelli del presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido del Pd, in seguito dimessosi dall'incarico, dell'ex assessore all'Ambiente della Provincia di Taranto, Michele Conserva, e dell'ex consulente Ilva, Girolamo Archina'. Tutti e tre attualmente sono ai domiciliari.