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Cronache
Incidente aereo Indonesia: i piloti non trovarono risposte sui manuali

Incidente aereo del primo 737 Max in Indonesia. Le rivelazioni dalle voci in cabina: il comandante non capì perchè l'aereo non rispondeva e cercò disperatamente soluzioni sui manuali. Ora Europa e Canada non si fidano delle certificazioni fatte negli Usa: l'ok al volo arriverà solo dopo una nuova analisi delle modifiche all'aereo. Arriva un nuovo capo alla Federal Aviation mentre anche l'Fbi indaga.

I piloti del volo Lion Air 610, il primo incidente del 29 ottobre scorso che costò la vita a 189 persone, cercarono disperatamente di far riprendere la rotta al 737 MAX prima dello schianto. Cercano per diversi minuti risposte sulla checklist, sui manuali. Ma non ci fu il tempo per comprendere che il colpevole delle correzioni di rotta era il nuovo sistema automatico MCAS.

Ecco perchè ora questo e l'altro disastro causato dal software del 737 MAX che sono costati la vita a 350 persone, sono entrati nel mirino dell'Fbi che sta indagando su Boeing e sul personale tecnico della Federal Aviation. La Faa, ente Usa che si occupa tra l'altro della sicurezza aerea e della certificazione dei nuovi velivoli, secondo le accuse si sarebbe "fidata" delle rassicurazioni e della documentazione presentata dalla Boeing per ottenere il via libera al volo.

Ecco perchè dopo 15 mesi di presidenza provvisoria, i due incidenti e lo stop ai voli e la conseguente ondata di critiche alla Faa, hanno convinto il presidente statunitense Donald Trump a rompere gli indugi e a nominare il nuovo numero uno della Federal Aviation: si tratta di Stephen Dickson, ex pilota ed ex consigliere di amministrazione di Delta. A lui il compito di riportare l'ente americano ad un più alto livello di credibilità.

Nel frattempo però proprio la diffidenza delle altre Authority, potrebbero causare un ulteriore ritardo nella ripresa dei voli del 737 MAX. Europa e Canada hanno infatti comunicato di voler condurre loro stessi dei test sugli aerei una volta aggiornato il software del Boeing che avrebbe causato i disastri aerei. I tempi del ritorno alla normale operatività, dunque si allungano anche per i necessari aggiornamenti che obbligheranno gli equipaggi a ore aggiuntive di addestramento sui simulatori. Il nodo cruciale è infatti quello del passaggio indolore della certificazione per un 737 che del vecchio modello non ha più nulla di condiviso se non la sigla. Il 737 MAX è infatti una macchina ben diversa dalla precedente serie (il 737 NG) ma per poter evitare al personale di cabina lunghe trafile ai simulatori è stato inserito un sistema automatico di controllo dell'aereo, il MCAS, proprio per consentire una transizione rapida e trasparente  - oltre che economica per le compagnie - tra i due velivoli. Proprio questa sottovalutazione del nuovo software e la carenza di informazioni agli equipaggi è alla base delle indagini.

Le novità che giungono dall'Indonesia riguardano, infine, gli ultimi minuti di vita a bordo del volo Lion Air 610 che si è schiantato nel Mare di Java a fine ottobre scorso. Secondo le prime indiscrezioni sui dati estratti dal Cvr, il Cockpit Voice Recorder che registra le voci in cabina durante il volo, i piloti non avrebbero capito che il colpevole del comportamento anomalo dell'aereo era dovuto ad una serie di errori del MCAS. Questo ha portato ad una serie di vani tentativi di riprendere quota tenendo comunque inserito il sistema di autopilota. Un sistema che proprio perchè trasparente e quasi invisibile al comandante, non fu disinserito. Nei 10 minuti finali i piloti avrebbero cercato sui manuali di volo una risposta al rebus dell'ingovernabilità del 737 MAX. Una risposta che ora anche l'Fbi e le autorità per la sicurezza aerea di tutto il mondo stanno cercando di mettere a fuoco.

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