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Cronache
Juventus, nuova Calciopoli? Indaga anche la Uefa. Malagò: "No giudizi sommari"

Juve: gip, gravi indizi su “manovre stipendi”. Ma su plusvalenze è possibile la buona fede

Ci sono temi molteplici alla base del caso-Juve, che continuano a intrecciarsi sul piano giudiziario e sul piano sportivo; lo ha ricordato bene il presidente del CONI Giovanni Malagò: “C'è un filone plusvalenze, uno legato ai pagamenti post pagati o rinviati e poi ovviamente le dinamiche di una società quotata. Io sono un pubblico ufficiale, sarei una persona molto poco seria se dessi un giudizio”. E ribadisce: “Bisogna aspettare per dare valutazioni, non mi accodo a quelli che danno giudizi sommari, né da una parte né dall'altra, è anche giusto evitare campanilismi. Poi vedremo quello che succederà”.

La questione, però, si fa sempre più complessa, e per quanto riguarda le modalità con cui sono state portate avanti dalla Juventus le cosiddette “manovre stipendi” del 2020 e del 2021, il gip del Tribunale di Torino Ludovico Morello scrive che si possono considerare "certamente illecite", al punto che "si condivide con la pubblica accusa la sussistenza di gravi indizi". Lo stesso giudice, che lo scorso 12 ottobre aveva respinto le richieste di misure interdittive per Andrea Agnelli e altri indagati dell'inchiesta sui conti della società bianconera, ha respinto anche le richieste di misura cautelare presentate dalla procura per mancanza di rischio di reiterazione del reato: le “manovre” erano legate all'emergenza Covid e quindi a un "periodo storico non più attuale". Inoltre, osserva Morello, “sulla questione delle plusvalenze la Juventus potrebbe essere in buona fede”; alla luce degli atti disponibili in quel momento, infatti, se la Juventus si è davvero attenuta alla prassi standard "risulterebbe difficile ipotizzare un discostamento consapevole, e quindi in definitiva doloso, dai corretti criteri di contabilizzazione delle poste". Per il gip sarà comunque opportuno "un accurato approfondimento".

Caso Juve, ex dirigente: su plusvalenze “per fortuna ci siamo fermati. Situazione brutta come Calciopoli”

Intanto dal lato Juve della barricata sembra scattare un primordiale “mea culpa”: “Fortuna che alla luce delle recenti visite ci siamo fermati" aveva commentato il direttore sportivo della Juventus Federico Cherubini (non indagato) a Stefano Bertola, ex direttore finanziario del club bianconero, in una intercettazione del 22 luglio 2021.

A sua volta Bertola, sempre in uno stralcio della conversazione acquisita dalla Procura di Torino, aveva dichiarato: "In quindici anni ricordo solo una situazione così brutta, Calciopoli, ma lì tutto il mondo ci tirava contro, qui, invece, ce la siamo creata noi". Oltre a quella del capo dell'area business, i magistrati stanno analizzando altre frasi, fra cui quelle del direttore finanziario Stefano Cerrato, che a proposito di uno scambio tra calciatori della Juventus e dell'Olympique Marsiglia, si lascia scappare: "Tanto la Consob la supercazzoliamo".

La Uefa avvia un'indagine sulla Juve per possibile violazione delle norme sul fair play finanziario

La bufera sulla società bianconera non accenna a placarsi, però. La Uefa, infatti, ha aperto una indagine formale nei confronti della Juventus per potenziali violazioni delle norme sulle licenze per club e sul fair play finanziario. L'inchiesta della Prima Camera del Cfcb, l'organo di controllo finanziario, si concentrerà sulle presunte violazioni finanziarie emerse sulla base dei recenti rilievi della Consob e dell'indagine condotta dalla Procura di Torino.

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