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Cronache
Macerata, il fascismo serve a coprire la patologia della normalità assassina
Pamela Mastropietro, la ragazza uccisa a Macerata

Il fascismo serve a coprire la vera emergenza sociale: la patologia della normalità assassina, per cui si ammazza senza motivo o si spara all'impazzata contro gli africani a Macerata e gli italiani a Pisa, per odio razziale, così tanto far qualcosa.

Più che appellarsi alla Costituzione del '48 e' venuto il momento di cancellare la 180 del 1978 con cui, nell'epoca del compromesso storico, si fece 'legge' il mantra basagliano-freudiano "la malattia mentale non esiste" e in un colpo si chiusero i manicomi-lager e si tentò invano di impedire qualsiasi possibile 'ricerca' sul perchè la mente umana si ammala.

Se poi il fascismo lo si vuol trattare sul piano storico-politico appellarsi alla Costituzione del '48 rischia di diventare un rito, un dejà vu se non si affonda il bisturi sulla sciagurata amnistia del '46 con cui ras, gerarchi, magistrati, collaborazionisti della Rsi, estensori del Manifesto della Razza, furono non solo amnistiati per i crimini commessi, ma furono cooptati e collocati in posti di responsabilità nelle istituzioni repubblicane.

Nè ancora si può trascurare l'effetto certamente non positivo prodotto, nei primi anni 2000, dai ripetuti inviti e sollecitazioni a sforzarsi di capire, sempre in nome della pacificazione nazionale, le ragioni di quanti si schierarono dalla parte della Repubblica Salò e non dei diritti civili e sociali e della libertà.

Oggi l'emergenza sociale è "la patologia della normalità assassina", conseguenza diretta della "negazione della malattia mentale" che, va detto chiaramente, coinvolge centro-destra, centro-sinistra, sinistra radicale e M5S, praticamente tutti muti sulla questione.

Gli italiani non sono, come dice e ribadisce Alessandro Di Battista, dei 'rincoglioniti', sono persone di 'buon senso', tanto che non uccidono nè sparano a sconosciuti e 'umane', tanto che giustamente si angosciano per gli inquietanti fatti oggi di Macerata, di Milano e di Pisa, ieri di Cogne, di Novi Ligure e via dicendo.

E sono anche persone "sagge": quando hanno avuto la possibilità di esprimersi su questioni chiare hanno fatto vincere la Repubblica e non la Monarchia nel 1946; hanno respinto la legge 'truffa' del 1953 e costretto Alcide De Gasperi a ritirarsi dalla scena politica; si sono schierati nel 1974 a favore del divorzio e poi nel 1978 dell'aborto; hanno bocciato nel 2006 la riforma costituzionale di Sivio Berlusconi e si sono ripetuti nel 2016 contro quella di Matteo Renzi.  

Meglio di Di Battista e dello stesso leader del M5S, Luigi Di Maio, ha invece fatto Roberto Fico che non solo ha rotto il silenzio sui fatti di Macerata: è stato un attentato terroristico, sono vicino alla comunità colpita, ma si è detto d'accordo a togliere dalla Costituzione la parola "razza" che, ora evidenza scientifica, è del tutto inappropriata agli esseri umani, "non ci sono razze, e l'unica specie è quella umana [...] L’unica forma di Paese che riconosco e’ un Paese non-violento e contro ogni idea che inciti al razzismo e alla violenza".

Anche se una rondine non fa mai primavera, purtuttavia l'uscita intelligente di Fico merita attenzione. Per avere la primavera piena occorrono moltissime rondini: saper rispondere adeguatamente all'emergenza sociale della "patologia della normalità assassina" che riguarda certamente una minoranza, quella che ha perso il valore dell'umano, che non riconosce l'altro, al di là del colore della pelle e degli occhi e della lingua che parla, come un essere umano uguale per la nascita, ma diverso per pensiero, cultura e identità.

Di giorni al 4 marzo ne mancano ma forse, se ben impiegati, possono esser sufficienti per far piazza pulita degli sproloqui di Matteo Salvini: "l'Islam non è compatibile con la Costituzione", e delle schegge impazzite, Casa Pound e Forza Nuova, figlie della sciagurata amnistia del '46.     

 
 
 
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macerata fascismomacerata normalità assassina
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