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Cronache
Mafia, blitz a Palermo: 10 gli arresti, boss scarcerati guidavano il rilancio

Vecchi e nuovi boss pronti a riorganizzare un pezzo importante di Cosa nostra. Blitz antimafia a Palermo. Dieci arresti nell'operazione denominata "Teneo" contro il mandamento Tommaso Natale/San Lorenzo.

In azione i carabinieri del Comando provinciale che hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa dal gip, su richiesta della procura. I 10 indagati - 9 in carcere e uno ai domiciliari - sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate, furto aggravato, violazione delle prescrizioni imposte dalle misure preventive. Tra gli arrestati il boss Giulio Caporrimo, scarcerato nel febbraio 2017, reggente del mandamento tradizionale regno dei Lo Piccolo. Ma anche Nunzio Serio.

Tutti riponevano grandi aspettative per un rinnovato potenziamento di Cosa nostra nella scarcerazione nel febbraio 2017 di un 'eccellente' della mafia del mandamento, proprio quel Caporrimo, di cui esaltavano la capacità di comando, il carisma e l'influenza nella dinamiche mafiose: "Cento carati...", "L'hai sentita la buona notizia? E' uscito Giulio, è uscito.... L'indagine, seguita da un pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, costituisce, dunque, spiegano gli inquirenti, una ulteriore fase della manovra investigativa condotta dal Nucleo Investigativo di Palermo sul mandamento mafioso di Palermo Tommaso Natale che ha consentito di confermare la tenace operatività di questa porzione importante di Cosa nostra. Proprio grazie ai boss scarcerati. 
 

Blitz antimafia: 10 gli arresti
 

Caporrimo e Serio si avvalevano per la gestione materiale ed esecutiva delle diverse attività di diversi fedelissimi, tra cui Andrea Gioè (già arrestato per mafia e attuale referente per il quartiere di Sferracavallo), Andrea Bruno (già arrestato per mafia e attuale referente per il quartiere Marinella), Vincenzo Taormina, Vincenzo Billeci, Francesco Di Noto (già arrestato nell'operazione "Talea") e Giuseppe Enea.

Documentate le 'attenzioni' degli esponenti mafiosi nei confronti di imprese del settore edile e 7 estorsioni commesse o tentate di cui due denunciate spontaneamente dalle vittime: il tentativo di Taormina, con la complicità di Di Noto, di imporre la fornitura di scarrabili e di sabbia a un imprenditore edile, per poi costringerlo al pagamento di un'estorsione di mille euro per i lavori di ristrutturazione di uno stabile a Sferracavallo; una tentata estorsione di Liga e Taormina nei confronti di un altro imprenditore edile affinché affidasse a un soggetto a loro vicino la realizzazione degli impianti di condizionamento all'interno di un cantiere aperto in via Partanna Mondello di Palermo.

Una estorsione di Liga e Taormina ai danni di un imprenditore edile, la cui impresa era impegnata in lavori di ristrutturazione all'interno di un residence ubicato in via Tommaso Natale, con la complicità e la mediazione del portiere, Giuseppe Enea; un'altra estorsione commessa da Andrea Bruno che ha costretto un imprenditore edile a rinunciare ai lavori di ristrutturazione di un immobile, ubicato nella zona della Marinella di Palermo, che poi venivano assegnati a una ditta a lui riconducibile; il tentativo di Baldassare Migliore (imprenditore edile ed esponente della famiglia mafiosa di Passo di Rigano) di bloccare l'avvio dei lavori di scavo nella zona di via Michelangelo di Palermo da parte di una ditta edile, il cui titolare avrebbe dovuto cercare dapprima un contatto con gli esponenti mafiosi del territorio per la cosiddetta messa a posto; il furto aggravato commesso da Taormina, quale forma di avvertimento e di intimidazione mafiosa, di un cassone scarrabile collocato dalla vittima in via Plauto; un'altra estorsione di Taormina ai danni di una impresa che aveva aperto un cantiere in via Porta di Mare di Palermo.

Nel corso degli ultimi anni, il complesso percorso investigativo ha permesso l'esecuzione di numerose operazioni nei confronti degli esponenti del mandamento mafioso di Tommaso Natale tra cui "Oscar" (2011), "Apocalisse" (2014) e "Talea" (2017) in cui era stata cristallizzata la reggenza di Francesco Paolo Liga (figlio dello storico boss Salvatore, detto "u Tatenuddu"), poi affiancato, a partire dalla sua scarcerazione avvenuta nell’ottobre 2015, da Giuseppe Biondino (figlio di Salvatore, l'autista di Totò Riina), arrestato di nuovo nel gennaio 2018. L'attenzione resta alta.
 

Mafia: l'operazione Teneo
 

L'operazione "Teneo", prosecuzione dell'indagine "Talea", ha avuto un deciso impulso con il monitoraggio di Vincenzo Taormina, imprenditore del settore movimento terra particolarmente vicino a Francesco Paolo Liga, documentando una serie di dinamiche associative che ruotavano intorno alla figura di quest'ultimo. La reggenza mafiosa di Francesco Paolo Liga era però caratterizzata da una scarsa efficacia ed era vissuta negativamente da molti affiliati, i quali riponevano grandi aspettative per un rinnovato potenziamento di cosa nostra nella scarcerazione nel febbraio 2017, quindi, di Caporrimo, (e poi di Nunzio Serio e di altri affiliati arrestati nell'operazione "Oscar"), di cui esaltavano la capacità di comando, il carisma e l'influenza nella dinamiche mafiose.

In effetti, gli equilibri mafiosi si sono spostati immediatamente in favore dello stesso Caporrimo e di Serio, con un ridimensionamento di Liga, senza che venisse comunque esautorato. La libertà d'azione di Caporrimo è durata sette mesi, poiché nel settembre 2017, era stato raggiunto da un nuovo provvedimento restrittivo; da quel momento in poi, le redini del mandamento mafioso sono state prese da Serio, sino al suo arresto avvenuto nel maggio 2018. Proprio in quel mese, il 29 maggio, si è riunita per la prima volta dopo l'arresto di Riina, la ricostituita commissione provinciale di cosa nostra palermitana, a cui ha preso parte Calogero Lo Piccolo, nuovo rappresentante del mandamento di Tommaso Natale, poi tratto in arresto nel gennaio 2019 con il seguito dell'operazione "Cipola 2.0", nel corso della quale sono stati tratti in arresto ben 6 capi mandamento, tutti promotori e protagonisti del nuovo progetto di ristrutturazione dell'organizzazione criminale, compreso Settimo Mineo che avrebbe dovuto assumere la carica di vertice provinciale.

Nel corso delle indagini sono stati monitorati diversi incontri tra Caporrimo e Serio avvenuti, in alcune occasioni, anche al largo delle coste palermitane, sui rispettivi gommoni. Le microspie hanno registrato uno spaccato anche singolare della vicenda, nel momento in cui il primo ha lamentato uno scadimento sempre maggiore dei costumi del luogo per la presenza delle moto d'acqua che scorrazzavano nei pressi dei bagnanti di Sferracavallo. Il capomafia raccontava di essere intervenuto personalmente nei confronti di alcuni utilizzatori delle moto d'acqua, originari dei quartieri di Brancaccio e di Pagliarelli, i quali, riconoscendolo, avevano tenuto un comportamento remissivo, tanto da essersi di seguito spostati sulla zona di Mondello, dall'altro lato della riserva di Capo Gallo, perché a Sferracavallo "c'era lo zio in porto".

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