Marco, ragazzo omosex che non riuscì a sopravvivere
Un ragazzo di diciassette anni, Davide Tancredi, ha scritto una lettera a La Repubblica. Alcune parole: “Questa lettera è la mia ultima alternativa al suicidio in una società troglodita, in un mondo che non mi accetta sebbene io sia nato così. Il vero coraggio non è suicidarsi alla soglia degli ottant’anni ma sopravvivere all’adolescenza con un peso del genere, con la consapevolezza di non avere fatto nulla di sbagliato se non seguire i propri sentimenti, senza vizi o depravazioni. Non a tutti è data la fortuna di nascere eterosessuali... “.
Ecco, io vorrei ricordare Marco, un ragazzo di un anno più giovane (chi se ne ricorda?) che nell’aprile del 2007 non trovò il coraggio di sopravvivere in un mondo che non l’accettava. Vorrei ricordarlo con la seguente lettera che mi pubblicò allora un noto quotidiano e che fu letta in una trasmissione radiofonica. «Un ragazzo omosessuale di sedici anni si è tolto la vita poiché non riusciva a sopportare l'irrisione dei compagni. La vergogna è di tutti; un po' meno di quei compagni di scuola, giacché figli della nostra società. Una società che ancora considera l'omosessualità un problema. Il termine dovrebbe essere presente solo nei dizionari, così come il termine eterosessualità, ed invece c'è ancora chi ottusamente si domanda se l'omosessualità sia secondo natura o contro natura, quasi come se la distinzione potesse essere un criterio etico: naturale = morale; innaturale = immorale... Per offendere un omosessuale non c'è bisogno di dirgli che è tale; non c'è bisogno di dirgli nulla; basta "accoglierli con rispetto, compassione, delicatezza", e il gioco è fatto.
Le parole tra virgolette sono tratte dal paragrafo 2358 del Catechismo della Chiesa cattolica, in cui il termine omosessualità esiste ancora. Il Catechismo, redatto dopo il Concilio Vaticano II, fu approvato il 25 giugno 1991, da Giovanni Paolo II, il papa santo. Curiosità: il termine omosessualità, grazie a Dio, non compare nel Vangelo». Possibile sia tanto difficile cambiare questa società?
Renato Pierri