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Cronache
Maturità, così parlò Giulio Giorello

Giulio Giorello è un filosofo che ha un ruolo di riconosciuto “guruaggio” in tutto quello che attiene la scienza e spazia dai quark alla composizione della pasta asciutta, avvolto in una sorta di scientismo globalizzante che lo consegna al ruolo archetipale di saggio della montagna.

Non desta quindi meraviglia che dalle colonne del Corriere della Sera gli sia stato chiesto cosa pensa della novità della doppia materia “mista” alla seconda prova di maturità per i licei scientifici.

Giorello si è mostrato cautamente ottimista, ed in questi non si può non concordare, ma non è riuscito a trattenersi da una considerazione finale: va bene il misto di matematica e fisica ma perché non allargare il campo anche ad altri settori del sapere che non siano la fisica e prevedere, ad esempio, le materie umanistiche?

Ma qui Giorello dimostra di non avere ben chiaro il percorso formativo che sta seguendo un adolescente; già la matematica è molto complicata di per sé e i tentativi degli anni precedenti di presentare problemi d’esame che avessero attinenza con la realtà concreta non hanno avuto molto successo, figuriamoci saltare lo step dell’applicazione alla scienza più vicina alla matematica e cioè la fisica.

Meglio quindi procedere per gradi ed abituarsi alla naturale commistione tra matematica e fisica per lasciare gli esperimenti didattici, ad esempio commistione tra matematica e storia dell’arte o alla letteratura al futuro.

Anche perché, queste forme di contaminazione non è detto che siano sempre salutari per le materie umanistiche che hanno la loro ragione di essere proprio in principi per certi versi opposti a quelli scientifici.

La parabola di Giorello, che pare perdere lucidità con il passare degli anni, lo accumuna un po’ ad un altro famoso “guru” sempre della filosofia, Massimo Cacciari, ma questo è un altro discorso.

 

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