Meredith, tutto da rifare. E' lo spread della giustizia
Di John Law
C'è un “caso marò” per gli americani rispetto all'Italia, ed è il caso di Amanda Knox, la studentessa americana accusata dell'omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia la notte tra il primo e il due novembre del 2007. L'opinione pubblica americana, cioè, segue le vicende processuali italiane che riguardano la loro concittadina con la stessa incredulità e la stessa diffidenza con cui noi seguiamo il processo-farsa che sta per iniziare in India a carico dei nostri due marinai. E' una questione di “spread” giudiziario. Un anno e mezzo dopo l'assoluzione in Appello di Amanda e del suo coimputato Raffaele Sollecito, la Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado e disposto un nuovo giudizio.
Una condotta inspiegabile, agli occhi degli americani. Anche per le dinamiche della vicenda. I tempi, biblici (e sì che in Italia di solito ci vogliono più di sei anni per avere la sentenza di Cassazione); ma anche i dettagli procedurali, come ad esempio la vergognosa polemica sull'accuratezza dei rilievi scientifici, per la quale nell'estate del 2011 i periti della corte di Assise di Appello bocciarono il lavoro svolto dalla polizia scientifica, definendo gli accertamenti tecnici "non attendibili", sia per il Dna ritrovato sul coltello (e attribuito a Meredith) sia per quello riconducibile a Raffaele Sollecito sul gancetto del reggiseno, e addirittura “non esclusero” che i risultati delle analisi potessero derivare da contaminazioni...
Negli Usa un processo penale per omicidio dura in media meno di un anno. Come del resto in Germania. Non è la produttività dei magistrati in discussione – i nostri lavorano molto – né il loro numero, quanto la farraginosità delle procedure. E la frequenza delle revisioni delle prime e seconde sentenze. Come se Procure e corti di primo grado lavorassero con i piedi. C'è anche questo, di “spread” tra l'Italia e l'estero a lavorare contro la nostra credibilità internazionale. E questo senza essere innocentisti su Amanda, ma in assoluta neutralità: se è colpevole, meritava di essere incastrata assai prima. Se è innocente, questa tortura delegittima la nostra giustizia e demolisce lei.