Gli scienziati: "Il metodo stamina è pericoloso"

Gli scienziati criticano le sperimentazioni con il metodo stamina. La rivista scientifica "Nature" racconta il caso Stamina, citando inchiesta penale e decreto ministeriale. Pesanti le critiche nei confronti del metodo che, secondo alcune ricerche, servirebbe a curare malattie gravi come i tumori. La scienza internazionale sta ancora studiando come gestire al meglio le staminali, nel rispetto di regole strettissime.
L’articolo di Nature racconta il caso italiano non risparmiando critiche al ministro della Salute Renato Balduzzi. "L’Italia è l'unico Paese nel quale una cura la cui efficacia non è mai stata dimostrata ha avuto di fatto un’approvazione ufficiale". E continua: "I medici che offrono trattamenti basati sulle staminali, la cui efficacia non è comprovata, finiscono per giocare al gatto e al topo con i regolatori della salute pubblica, in qualsiasi Paese".
La decisione dell'Italia di permettere l'utilizzo del metodo "ha orripilato i ricercatori, secondo i quali il trattamento potrebbe essere pericoloso in quanto non è mai stato rigorosamente testato". In una nota, Balduzzi ha replicato a Nature, precisando che nessun riconoscimento ufficiale è mai stato conferito al cosiddetto metodo Stamina. "Il decreto legge della scorsa settimana – dice la nota ministeriale - conferma e rafforza il quadro delle norme esistenti in materia di terapie cellulari con preparazione su base non ripetitiva e prevede che venga emanato un regolamento per l’uso di esse su singoli pazienti, naturalmente su richiesta di un singolo medico, dopo autorizzazione del comitato etico, nel rispetto della qualità farmaceutica.
Nello stesso provvedimento in corso di pubblicazione sono previste particolari disposizioni per le malattie rare ed il monitoraggio degli effetti della terapia cellulare". Ma tutto questo già esiste, tant’è che l’Agenzia regolatoria italiana (Aifa) aveva bloccato l’attività della Stamina a Brescia. Continua la nota del ministero: "La decisione del governo di autorizzare la prosecuzione ed il completamente delle terapie “ordinate” dai magistrati si è resa necessaria solo per ovviare ad una discriminazione, frutto di autonomi pronunciamenti dei giudici, tra i pazienti che avevano già iniziato il trattamento con metodo Stamina. Il decreto prevede il monitoraggio dell’efficacia da parte dell’Istituto superiore di sanità, del Centro nazionale trapianti e dell’Aifa attraverso l’acquisizione di tutti i dati clinici dei pazienti".