Migranti, Gabrielli: "La polizia fa il suo lavoro, la politica non deleghi" - Affaritaliani.it

Cronache

Migranti, Gabrielli: "La polizia fa il suo lavoro, la politica non deleghi"

Migranti, Gabrielli: "La polizia fa il suo lavoro, la politica non deleghi"

"Quando un'emergenza arriva sul tavolo del questore e' gia' tardi, perche' significa che l'uso della forza e' quasi inevitabile. Le amministrazioni locali, e dunque la politica, non possono delegare tutto alle forze di polizia, perche' certi problemi, prima che di ordine pubblico, sono problemi sociali, che non si possono scaricare sulle forze dell'ordine, facendole diventare oggetto di strumentalizzazione e scontro tra chi solidarizza con loro e chi li attacca. Io non voglio sottrarmi alle mie responsabilita' ma evitare che la polizia diventi la foglia di fico per coprire problemi che non ci competono". A sostenerlo, a proposito delle ultime vicende che hanno interessato incidenti con i migranti, e' il capo della Polizia Franco Gabrielli in un'intervista al 'Corriere della Sera'. Per Gabrielli inoltre "non sempre c'e' la distinzione netta tra il razzista cattivo e l'umanitario buono, in mezzo ci sono mille sfumature che non si possono ignorare". Da qui l'augurio che i temi della sicurezza "non diventino argomenti da campagna elettorale per alimentare le divisioni". Gabrielli poi invita a "procedere con l'integrazione, e se ci sono realta' e territori refrattari, trovare il modo di far capire che non c'e' alternativa. A parte coloro che hanno diritto alla protezione internazionale, ci sono etnie che non otterranno mai lo status di rifugiati e sono destinati a restare illegalmente; per impedirlo, se non si riesce a ottenere i rimpatri, non resta che l'integrazione, che peraltro e' un'opportunita' da utilizzare per salvaguardarci dalla criminalita' e dal terrorismo".

Secondo Gabrielli infatti "l'illegalita' porta a commettere reati, diventa terreno di reclutamento per le organizzazioni criminali ma anche per il terrorismo di matrice religiosa. L'adesione alla propaganda jihadista, molte volte, prima ancora che una causa di pericolo per noi e' un effetto di una mancata integrazione sociale". Sempre per quanto riguarda il rischio terrorismo, secondo il capo della Polizia, "l'Italia e' rimasta uno dei pochi" paesi ancora immuni da attentati. "Cio' potrebbe renderci in qualche modo un bersaglio ancora piu' appetibile", dobbiamo quindi esser "consapevoli del pericolo e stiamo mettendo in campo tutte le forze possibili per ridurre il rischio e limitare eventuali danni. Ma dobbiamo anche guardarci dal danno psicologico che potrebbe andare addirittura oltre quelli materiali: cambiare le nostre abitudini e piegare il nostro modo di vivere nel timore di un attentato. Perche' noi vinceremo questa partita - conclude Gabrielli - come e' successo col il terrorismo interno e quello mafioso, anche se dovessimo pagare qualche prezzo, ma non dobbiamo cedere al ricatto della paura. E' quello che vogliono questi terroristi e non dobbiamo concederglielo".