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Cronache
Mottarone, la zia di Eitan arrivata in Israele. "Voglio riportarlo in Italia"

"Vi confermo che mia moglie Aya è già in Israele. È stata accompagnata da poliziotti all'uscita dell'aeroporto visto che ha ricevuto pesanti minacce sui social media e nei commenti relativi ad articoli pubblicati dalla famiglia Peleg". Or Nirko, zio paterno di Eitan, unico sopravvissuto nella strage del Mottarone, alza il velo su un nuovo capitolo della vicenda dopo che il bambino è stato portato una settimana fa nello Stato ebraico dal nonno materno Shmuel Peleg il quale, con la scusa di fargli visita, lo ha condotto con sé in Svizzera per poi partire alla volta di Tel Aviv. Peleg, impegnato in una battaglia legale per la sua custodia con Aya Biran, nominata custode del piccolo dalla giustizia italiana. 

E' probabile che Aya sia partita gia' ieri sera per Israele e secondo l'edizione online del quotidiano Maariv, la donna sarebbe "turbata dalle notizie sulle sue condizioni psicologiche". Secondo quanto ha in Israele il portavoce di Aya Biran, Eytan Har-Or, "obiettivo" del zia di Eitan, che nel nuovo Paese dovrà ora entrare in quarantena, è quello "di riportare il bambino a casa sua in modo pacifico e senza ritardi".

L'arrivo in Israele - ha spiegato il portavoce - e' "avvenuto a seguito del rapimento illegale di Eitan sul quale in Italia e' stata avviata una indagine penale "con il sospetto" di "circostanze aggravate". La signora Biran-Birko - ha proseguito il portavoce dopo aver ricordato che in Israele "e' in corso una indagine penale nei confronti dei rapitori" e confermando i timori degli zii del bambino - è "turbata dalle informazioni circa lo stato psicologico e mentale di Eitan e di quanto viene compiuto dai suoi rapitori nel lungo periodo che e' nelle loro mani".

"La casa di Eitan - ha spiegato - e' in Italia". Eitan deve rientrare "senza ritardi affinche' possa proseguire i suoi studi in prima elementare che aveva iniziato una settimana prima del rapimento e che aspettava con ansia e a cui si era preparato molto. E che possa proseguire le cure di riabilitazione e di sostegno mentale in corso, interrotte a causa del rapimento". "I suoi zii, i nonni in Israele e le cugine, per Eitan sorelle, i suoi compagni di studio, l'equipe medica e la Comunita' ebraica aspettano il ritorno del piccolo Eitan - ha proseguito il portavoce - alla routine e alla stabilita', cosi' importanti dopo il disastro". "La famiglia Biran - ha concluso il portavoce - chiede a tutti media di non pubblicare le immagini del minore a viso scoperto e che sia rispettata la sua privacy". 

Intanto, c'e' una terza persona indagata per sequestro di persona aggravata per il rapimento del piccolo Eitan: oltre al nonno e alla nonna, ora c'e' anche un 56enne israeliano che era alla guida dell'auto su cui viaggiavano Shmuel Peleg e il bambino per raggiungere la Svizzera. Lo scrivono oggi Il Corriere della Sera e La Provincia Pavese. Nonno, nipote e autista erano stati fermati per un controllo e poi identificati dalla polizia svizzera, nei pressi dell'aeroporto di Lugano, dove Peleg ed Eitan - unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone - sono saliti su un volo privato con destinazione Israele, dove si trovano attualmente. Secondo Il Corriere il terzo indagato potrebbe essere la stessa persona che il giorno prima aveva affittato l'auto, una Golf blu, a Malpensa.

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