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Cronache
Multe stradali: da gennaio 2023 aumentano del 10% se non interviene il governo

Preparatevi a cedere parte dello stipendio se commetterete un errore. Costeranno il 10% in più i divieti di sosta, le violazioni delle ZTL e superare i limiti di velocità...

Non bastano l’inflazione, le bollette alle stelle, i carburanti oltre limiti mai visti, la crisi economica post Covid, c’è lo Stato che si fa rispettare quando si tratta di aggiornare il carovita. Da gennaio 2023 tutte le infrazioni al Codice della Strada aumenteranno del 10%, a meno che il nuovo governo non intervenga in direzione opposta per evitare il salasso. Si tratta di un adeguamento biennale delle sanzioni previste, un indice elaborato per il Codice della Strada da Istat su base mensile, il Foi, indicatore dei prezzi al consumo per le famiglie comuni italiane.

Il dato non è ancora stato calcolato con precisione ma a luglio era della percentuale di 9,8. E così il divieto di sosta passerebbe da 42 euro a circa 46 euro, le violazioni di una Zona a Traffico Limitato da 83 a circa 91 euro, quella per l’uso del cellulare alla guida da 165 euro a 181 euro, bruciare un semaforo di giorno da 167 euro a 183, di notte dai 222 euro ai 244, superare minimamente i limiti di velocità dai 173 - 695 euro di media ai 190 - 764 euro e via di seguito.

Preparatevi a cedere parte dello stipendio, se ne avete uno, quando per una disattenzione o un’incomprensione commetterete un errore. Neanche a dirlo se lo commetterete più volte. Sembra niente ma sono aumenti esagerati che però viaggiano in automatico con l’aumento dell’inflazione. Uno scenario del genere però non può che provocare chiusure delle attività e l’immobilismo ancora più profondo del Paese.

Vista la congiuntura l’ASAPS, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, ha lanciato un appello affinché gli aumenti vengano bloccati perché si rischia il “default” stradale, cioè che la gente non paghi le multe, troppo oberata dal carovita. Anche il Codacons ha dichiarato all’agenzia di stampa Dire di essere pronto alla battaglia legale. Gli aumenti andrebbero a incrementare i 3 miliardi di euro annui che i Comuni italiani incassano (diventerebbero circa 3,3 milioni di euro). In Italia vengono comminate ogni anno circa 2,5 milioni di contravvenzioni.

Già ad agosto il Codacons si scagliò contro la possibilità di utilizzare le entrate dei Comuni provenienti da sanzioni per pagare il caro bollette, presentando un ricorso alla Corte Costituzionale. I proventi delle sanzioni riguardanti il Codice della Strada dovrebbero essere destinati, come prevede la legge, alla sicurezza stradale. Ma un emendamento al Decreto Aiuti, approvato in sede di conversione in legge e già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, autorizzerebbe i Comuni, spiegava il Codacons, a utilizzare per il solo anno 2022 i proventi delle multe comminate per il superamento dei limiti di velocità, nonché gli introiti della sosta a pagamento sulle strisce blu, a copertura della spesa per le utenze di energia elettrica e gas.

Questo avverrebbe sottraendo le somme alla realizzazione di interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, come prevedeva la legge per rendere più sicura la viabilità e salvare la vita a migliaia di persone. Nel 2021 ci sono stati in Italia 2.875 morti sulle strade (+20,0% rispetto all’anno precedente), quasi 8 al giorno, 204.728 feriti (+28,6%) e 151.875 incidenti stradali (+28,4%),

Così il presidente di Codacons Carlo Rienzi: “Incredibile che nessuno abbia detto nulla rispetto a un obbrobrio normativo di questo tenore, che avrà un impatto diretto e sicuramente nefasto sulla sicurezza sulle nostre strade”. Qualche anno fa la Corte Costituzionale stabilì che per elevare multe corrette gli autovelox dovessero obbligatoriamente sottoporsi a verifiche e tarature periodiche, pena l’annullabilità delle sanzioni. Ma per evitare i rincari non serve la Corte Costituzionale ma un governo che osservasse le attuali condizione del Paese. Se invece bisogna farlo fallire...

 

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