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Cronache
Nasce una nuova app per salvare il pianeta dalla plastica

Nel 2010 il National Geographic ha denunciato che ogni anno finsicono negli oceani  8 milioni di tonnellate di spazzatura. Nel 2017 la MacArthur Foundation ha stimato che nel 2050 negli oceani ci sarà più plastica che pesci. Al largo dell'Oceano Pacifico, fra le Hawai e la California si è formato un acccumulo di rifiuti galleggianti, per lo più materiale plastico, denominato Great Pacific Garbage patch, che raggiunge la incredibile superficie di 1.500.000 chilometri quadrati, 6 volte la dimensione della Gran Bretagna. Una vera e propria bomba ad orolegeria per il nostro ecosistema. Di fronte a questi dati è diventato urgente agire per fermare quello che rischia fra pochi anni di assumere i contorni di un disastro ecologico senza precedenti. Martin Doley, ecologista britannico, ha fondato un app, #2minutesbeachclean, in cui spiega come ognuno di noi con qualche piccolo accorgimenrto ( 2 minuti è il tempo che si deve dedicare ) può fare la sua parte per limitare l'uso della plastica. Nel suo libro di recente uscita in Italia, edito da Aboca “ Basta plastica”, l'ecologista britannico spiega in maniera dettagliata come cercare di vivere tutti i giorni in un mondo più pulito e senza plastica, uno dei più grandi inquinanti dei nostri tempi.

Per cominciare per esempio si potrebbe rinunciare ad acquistare bottiglie di acqua in plastica non ricclabile, un fenomeno che ha ssunto proporzioni enormi. In Gran Bretagna ogni nucleo famigliare usa circa 480 bottiglie di plastica, di cui ne ricicla poco piu della metà, Facendo un rapido calcolo, ogni giorno in Gran Bretagna si usano 35 milioni di bottiglie di plastica e, di questi, circa 23 milioni non vengono riciclati. Sempre nel Regno Unito ogni anno vengono venduti 3.200.000.000 litri di acqua in bottiglia. In Italia la situazione è ancora peggiore, considerando che  ogni anno vengono venduti 8 miliardi di litri di acqua in bottiglie di plastica. Il nostro paese, infatti, ha il primato europeo in questa poco virtuosa classifica, e il terzo posto nel mondo. La maggior parte di questa plastica finisce nei mari, che sono per l'80% inquinati proprio da materiale plastico. Se si pensa che in media una bottiglia di plastica impiega 450 anni per degradarsi, si può ben capire quale sia l'entità del problema. L'unione europea sta cercando di porre rimedio a questo situazione. Dal 2021 saranno, infatti, vietate le confezioni in plastica usa e getta ed entro il 2025 il 90% della plastica dovrà essere riciclabile. Ma come dice Dorsey nel suo scorrevole libricino, il tempo stringe e biosogna agire da subito. Ogni settimana circa 150.000 persone si connettono al profilo instagram di #2minutesbeachclean, e si calcola che ad ogni post o sessione sui social si raccolgano nel mondo 130 kg di spazzatura, con dei semplici facili accorgimenti.

Evitare le vettovaglie in plastica, le penne a sfera usa e getta come le Bic, i cotton fioc in plastica, le salviette umidificate, le cannucce e i giocattoli per bambini, i cui componenti ed imballaggi sono in gram parte ancora in materiale non riciclabile. Negli Stati Uniti è nato da poco un movimento. Zero waste movement, sulla scorta dell'esperienza di Dorsey, il cui gruppo su facebook conta già più di 100.000 iscritti, e in cui genitori consapevoli si csambiano suggerimenti per eliminare per esempio tutti i giocattoli, come le famose Barbie o i leggendari Lego che non sottostanno alle regole ecologiche. E qualacosa sta cominciando a muoversi anche a livello industriale. La stessa Lego, per esempio, che nel 2016 aveva fatturato 5,49 miliardi di utili, si è impegnata a mettere in commercio dal 2030 mattoncini sostenibili, sia per il materiale di fabbricazione sia per quello dell'imballaggio. La Hasbro ha annunciato che da quest'anno utilizzerà solo plastiche di origine vegetale, mentre la Mattel ha inserito nelle confezioni le istruzioni su come riciclare le componenti del giocattolo quando finisce di essere usato. Nel 2017 la grande catena di pub inglesi, Wetherspoonsi è impegnata ad eliminare le cannucce di plastica, evitando cosi che, ogni anno, almeno 70 milioni di cannucce finiscano nei nostri mari. In Italia vicino a Bologna, la Bio on una azienda che produce proprio materiale plastico completamente biodegradabile, grazie all'utilizzo di biopolimeri derivati da fonti vegetali, ha da poco sperimentato un filtro vegetale per sigarette che, oltre a ridurre la nocività del fumo, contribuisce a ridurre l'inquinamento ambientale. Ma ancora moltissimo resta da fare, e come dice Dorsey spendere solo 2 minuti del proprio tempo per cercare di porvi rimedio, pare uno sforzo alla portata di chiunque di noi.
 

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