Novara, scattati 9 arresti per truffe ad anziani
La Polizia di Stato di Novara, dopo una lunga e faticosa operazione denominata “Cara Nonna”, ha smantellato un gruppo criminale che, da tempo, perpetrava numerose truffe ai danni di persone anziane, di età compresa tra i 60 e i 95 anni. Un'indagine risultata complessa, poichè i delinquenti agivano tramite due basi: una logistica in Polonia ed una “centrale operativa” nel capoluogo.
I referenti dell’organizzazione sono stati infatti identificati come cittadini rom di etnia polacca, sedenti in questo capoluogo da decenni, che agivano in base a precise direttive che giungevano dalla base logistica estera e si avvalevano della collaborazione, come “incaricati al ritiro”, di giovani ragazzi residenti nel capoluogo o di donne facenti parte del loro clan famigliare.
In mattinata sono scattati nove arresti da parte della Squadra mobile: quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, tre custodie cautelari domiciliari e due misure cautelari.
400mila euro è il valore del botteghino, tra denaro e gioielli, messo in tasca dai truffatori. Gli oggetti di valore, solitamente, venivano inviati in Polonia con lo scopo di riciclarli, monetizzarne il valore, e farne così perdere le tracce.
Novara, il modus operandi della banda
Il modus operandi della gang era di tipo seriale, basato sulla vulnerabilità e buona fede delle vittime: gli anziani venivano contattati telefonicamente da soggetti finti figli, nipoti o parenti. Con la scusa di aver causato un grave incidente stradale o di essere in imminente pericolo di vita dopo aver contratto il virus “COVID-19”, convincevano il malcapitato ad aiutarli e raccogliere tutto il denaro e gli oggetti preziosi presenti in casa. Successivamente, un uomo o una donna spacciandosi per il “segretario di un notaio” o per il “personale sanitario”, passava dal malcapitato di turno per ritirare il ricco bottino costituito da denaro o da oggetti in oro.
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