Omicidio della piccola Matilda, la procura di Vercelli vuole riaprire il caso

I pm di Vercelli hanno chiesto di riaprire l'inchiesta su Antonio Cangialosi per la morte di Matilda, la bimba di 2 anni morta nel 2005 a Roasio. La madre Elena Romani, che si è sempre proclamata innocente, è stata assolta in primo grado e in Appello. Infine, la il 26 ottobre 2011.
Per Cangialosi, all'epoca compagno dell'hostess, era stato deciso il non luogo a procedere che ora la magistratura chiede di revocare sulla base delle indicazioni emerse nelle ultime sentenze. E' il 2 luglio 2005, quando nella casa di Roasio, in provincia di Vercelli, muore la piccola Matilda di appena 22 mesi. E' la figlia che la 31enne Elena Romani, ex hostess residente a Legnano, ha avuto da un precedente matrimonio. Convive con il suo compagno, il 35enne Antonio Cangialosi, operaio e bodyguard.
All'inizio, l'ipotesi più probabile sembra essere quella di un malore. Poi, le cose si complicano. Secondo le prime ricostruzioni, Elena Romani si trova in casa con Matilda e il suo compagno, si allontana per stendere le lenzuola appena lavate. Quando rientra si accorge che la figlia è cianotica e non riesce a respirare. La bimba morirà poche ore più tardi.
La versione fornita dalla madre non convince i carabinieri di Borgosesia e i sanitari, così viene aperta un'inchiesta e il magistrato dispone l'autopsia sul corpo della piccola. Proprio dall'esame autoptico, eseguito dal medico legale Roberto Testi, arriva la sconcertante rivelazione: Matilda sarebbe morta sì per un malore, ma provocato da un 'forte trauma toracico-addominale'. Un trauma tanto forte da spappolarle il fegato e i reni.
Alla fine del lungo processo è stata confermata l'innocenza della madre, ora si potrebbe riaprire un nuovo capitolo.
Francesco Signor