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Cronache
Omicidio Mollicone, la super perizia: "Serena fu stordita in caserma"

Omicidio Mollicone, la super perizia: "Trauma cranico compatibile con la porta della caserma"

''Il cranio di Serena può aver creato quel buco nella porta? Assolutamente sì''. E' la stessa Cristina Cattaneo, medico legale che dirige il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell'Università di Milano e autrice della superperizia che ha portato alla riapertura delle indagini e al successivo processo sull'omicidio di Serena Mollicone, a porsi questa domanda e a offrire una risposta davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Cassino. Lo fa rispondendo alle domande delle pm, Beatrice Siravo e Maria Carmen Fusco, mentre illustra la consulenza tecnica medico legale compiuta su questo e altri aspetti legati all'omicidio della giovane di Arce. In particolare il lavoro della Cattaneo si pone come obiettivo di chiarire se la frattura nella porta di un alloggio della caserma dei carabinieri di Arce, all'epoca dei fatti in uso anche alla famiglia Mottola, i cui componenti sono imputati nel processo, sia compatibile con la parte lesa del capo della Mollicone oppure con un pugno sferrato da Franco Mottola, come riferito dallo stesso indagato.

L’urto viene simulato al computer dall’ingegnere del Politecnico di Milano, Remo Sala, tenendo conto di massa e velocità dell’impatto, caratteristica dei materiali, profondità della rottura, spiega il Corriere della Sera. "In aula vengono anche mostrati i calchi in 3D del cranio e della porta e quando uno viene manualmente incastrato alla perfezione nell’altro, tutti per un attimo trattengono il respiro".

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''L'arcata zigomatica di Serena combacia molto bene con la rottura nella porta", dice in aula Cristina Cattaneo, tanto che "facendo la simulazione con i prototipi il cranio rimane incastrato". Il trauma di Serena è compatibile in ogni caso, aggiunge, con colpo su una parete verticale e non con una caduta a terra. Quanto al pugno, Cattaneo sottolinea che "anatomicamente c'è una compatibilità minore ed è meno calzante del cranio di Serena Mollicone''. Le fratture composte del cranio di Serena Mollicone, spiega poi, dicono che sono state prodotte da un unico urto "contro una superficie ampia e piana". Contestazioni sulla perizia sono state avanzate nel corso del controesame della teste dal pool degli avvocati della difesa dei Mottola. In particolare, secondo i legali, l'altezza di Serena non sarebbe compatibile con il punto in cui è avvenuto l'urto mentre le prove scientifiche sono state criticate perché fatte con la porta in posizione orizzontale poggiata su dei supporti a terra e non in verticale montata su un telaio che, dicono, ''avrebbe offerto resistenza''.

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