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Cronache
Omofobia, “Non assumerei mai un omosessuale”. Confermata condanna a Taormina

OMOFOBIA, CORTE UE: DISCRIMINATORIE FRASI DETTE DA POTENZIALE DATORE DI

Le dichiarazioni omofobe costituiscono una discriminazione in materia di occupazione e di lavoro se pronunciate da chi esercita, o può essere percepito come capace di esercitare, un’influenza determinante sulla politica di assunzioni di un datore di lavoro. Così nella sentenza odierna la Corte di giustizia dell’Unione europea pronunciandosi su richiesta della Cassazione sul caso che coinvolge l’avvocato Carlo Taormina e l’associazione Avvocatura per i diritti Lgbti. Nel 2013, nel corso di una puntata della trasmissione La Zanzara su Radio 24, l’ex parlamentare di Forza Italia affermò che non avrebbe mai assunto persone omosessuali nel proprio studio. 

Secondo la Corte, deve esistere un collegamento non ipotetico tra tali dichiarazioni e la politica di assunzioni del datore di lavoro. L’esistenza di un siffatto collegamento deve essere valutata dai giudici nazionali sulla base delle circostanze caratterizzanti le dichiarazioni in questione. In particolare sono rilevanti lo status dell’autore delle dichiarazioni e la veste nella quale egli si è espresso. I giudici nazionali devono altresì prendere in considerazione la natura e il contenuto delle dichiarazioni in questione, nonché il contesto in cui sono state effettuate, in particolare il loro carattere pubblico o privato. Il tribunale del lavoro di Bergamo, su richiesta dell'associazione Avvocatura per i diritti Lgbti, aveva ordinato a Taormina il risarcimento di 10mila euro a favore dell'associazione. La Corte ha riconosciuto la legittimazione ad agire dell'associazione.

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