Ora legale addio, torna quella solare: ecco gli effetti reali su sonno e salute. Il nuovo studio - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 09:48

Ora legale addio, torna quella solare: ecco gli effetti reali su sonno e salute. Il nuovo studio

Uno studio del Centro di Medicina del Sonno dell’I.R.C.C.S. Neuromed, in collaborazione con altri centri di ricerca italiani, mostra come il passaggio all’ora legale riduca la qualità e la durata del sonno, in particolare nei cronotipi serali

Ora legale e sonno: una revisione sistematica evidenzia gli effetti sul nostro riposo

Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre tornerà l’ora solare: le lancette si sposteranno indietro di sessanta minuti e guadagneremo un’ora di sonno. Un gesto ormai familiare, ma ogni anno più discusso. Questa volta, a riaccendere il dibattito è stato il premier spagnolo Pedro Sánchez, deciso a chiedere all’Europa di abolire definitivamente il cambio d’orario, ritenuto ormai inutile. Ma davvero l’ora legale non serve più? E soprattutto, quali effetti ha sulla nostra salute e sul sonno?

A offrire nuove risposte arriva uno studio italiano pubblicato su Sleep Medicine Reviews, che analizza 27 ricerche internazionali e fa luce sull’impatto reale del cambio d’ora, distinguendo miti e dati scientifici.Il lavoro è stato guidato dal Centro di Medicina del Sonno dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con Università di Pavia, Fondazione Mondino, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università Uninettuno e Università di Genova.
 
I ricercatori hanno esaminato 27 studi condotti in diversi Paesi, mettendo in luce un quadro articolato. Le conseguenze del passaggio primaverile all’ora legale appaiono più nette: riduzione della durata del sonno, maggiore frammentazione e incremento della sonnolenza diurna. Effetti che risultano particolarmente marcati negli individui con cronotipo serale, i cosiddetti “gufi”, che tendono a coricarsi tardi e a soffrire di più lo spostamento dell’orologio sociale. Al contrario, il ritorno all’ora solare in autunno sembra avere conseguenze più contenute e talvolta persino favorevoli, con un temporaneo aumento delle ore di sonno.
 
«La nostra revisione – dice Andrea Romigi, neurologo del Neuromed – mostra come i cambi stagionali dell’orologio incidano sulla qualità del riposo, soprattutto in primavera. Si tratta di effetti in genere transitori, ma che, se ripetuti ogni anno, possono contribuire a un disallineamento tra i ritmi biologici e quelli sociali. Capire questi meccanismi è essenziale per orientare politiche sanitarie e sociali più rispettose della fisiologia del sonno».
 
Il quadro tracciato dalle ricerche disponibili, pur eterogenee per metodi e campioni, è chiaro: i cambi stagionali, in particolare quello primaverile, hanno effetti misurabili sul sonno e sulla vigilanza. La mancanza di studi basati su polisonnografia, la tecnica di riferimento per analizzare il sonno, rende ancora più importante promuovere indagini future più ampie e standardizzate, capaci di chiarire meglio anche le conseguenze a lungo termine.
 
Gli autori sottolineano che gli studi finora condotti presentano alcune limitazioni: campioni ridotti, metodologie differenti e strumenti di rilevazione non sempre comparabili. Nonostante ciò, la revisione permette di individuare tendenze comuni e fornisce una base solida per orientare nuove ricerche. In prospettiva, questo tipo di indagini potrà offrire un supporto concreto a decisioni di politica pubblica che tengano conto non solo di criteri economici e organizzativi, ma anche della salute e del benessere delle persone.