Mose, Orsoni inguaia il Pd: "Mi obbligarono a chiedere soldi"
"Mi venivano a dire: guarda che Brunetta è in vantaggio. Si dice che ha un milione di euro, quindi tu fai la figura del pezzente. Il partito mi disse di chiedere i soldi a Mazzacurati". Il sindaco di Venezia Orsoni, che patteggerà nell'ambito dell'inchiesta sul Mose, mette nei guai il Pd: "Mi hanno usato, ero la Madonna pellegrina". E su Renzi: "Superficiale e farisaico".
IL VERBALE - "Mi venivano a dire: guarda che c’è il tuo concorrente che è in vantaggio. Si dice che ha un milione di euro, quindi tu fai la figura del pezzente... E poi insistevano perché fossi io stesso a finanziare... Mi dicevano: datti da fare per far arrivare risorse adeguate perché sennò rischiamo di andar male (...) Io mi sono adattato, questo non lo nego. E ho insistito con Mazzacurati". Orsoni afferma che "ha scoperto dalle carte giudiziarie che la mia campagna elettorale è stata finanziata in modi non corretti". E aggiunge: "Pur ponendomi problemi di opportunità accettai che il finanziatore fosse Mazzacurati, quindi lo sollecitai (...) Le pressioni per avere soldi si sono fatte sempre più forti, quasi esclusivamente da parte di esponenti del Pd".
"PRESSIONI DA ZOGGIA, SOLDI ANCHE A CACCIARI" - Quando i pm gli chiedono chi gli fece pressione per avere i soldi di Mazzacurati, Orsoni risponde: "Il segretario Mognato e poi attorno c’erano un po’ tutti, in particolare Zoggia e tanti altri minori della segreteria". E ce n'è anche per Cacciari, che tira in ballo pur non citandolo direttamente, quando racconta che Mazzacurati per convincerlo gli disse: "Io mi sono sempre occupato delle campagne elettorali, anche quella del tuo predecessore".