Ospedale Filippo Neri di Roma. Rischio contagio in ginecologia. Esposto - Affaritaliani.it

Cronache

Ospedale Filippo Neri di Roma. Rischio contagio in ginecologia. Esposto

di Vincenzo Caccioppoli

 

Secondo quelle che sono le direttive dell’istituto superiore della Sanità di concerto con il Ministero della Salute, ogni ospedale dovrebbe prendere tutte le precauzioni del caso per dividere i pazienti covid 19 o comunque  coloro che vengono ricoverati per sospetta infezione da tutti gli altri ricoverati che entrano nel nosocomio. Ma secondo l’esposto presentato, il giorno 29 Aprile 2020, in procura dal dott. Giuseppe Timpano, dirigente medico del reparto di ginecologia dell’ospedale Filippo Neri di Roma, nulla di tutto ciò sarebbe stato predisposto nel nosocomio romano. Le pazienti che accedono al Filippo Neri per consulto o per partorire, infatti, avrebbero una unica via di accesso alla sala di attesa e poi al Pronto soccorso per la triage. Nessun percorso alternativo sarebbe perciò stato previsto sia per pazienti che per personale medico, come invece dovrebbe essere per direttive dell’OMS e dell’Istituto Superiore di Sanità.

Quindi una paziente affetta da Covid 19 o anche solo sospetta di esserlo, stazionerebbe senza nessuna particolare precauzione nella sala triage del Pronto Soccorso del Filippo Neri. Tutto ciò malgrado nelle direttive diramate dal Ministero della Salute del 25 Marzo 2020, fosse espressamente previsto che “In tutti i Pronto Soccorso devono essere previsti specifici percorsi di pre-triage tesi ad individuare tempestivamente i pazienti sospetti positivi al COVID-19 al fine di indirizzarli verso i percorsi specificatamente dedicati ed evitare al massimo contaminazioni, sia tra i soggetti in attesa di diagnosi, sia contaminazioni intraospedaliere da parte di soggetti affetti da patologie acute ma a rischio di essere COVID-19 positivi non ancora diagnosticati”.  Tutto ciò, come chiaramente denunciato nell’esposto presentato, rappresenterebbe un grande rischio sia per i pazienti che per i medici che lavorano tutti i giorni nel reparto. Nello stesso esposto poi si fa riferimento ad un preciso episodio avvenuto il giorno 1 Aprile 2020, in cui sarebbe stata operata una paziente, risultata poi positiva, senza che venissero effettuate successivamente le opportune operazioni di sanificazioni e di pulizia, comunque necessarie tanto più in un periodo cosi drammatico e delicato come questo.

Al detto intervento sarebbero seguiti altri tre interventi, senza che fosse presa nessuna precauzione né sulle pazienti, né tantomeno sul personale medico impegnato. Sempre secondo quanto riportato sulla denuncia, i medici e il personale sanitario fino al 5 Aprile sarebbero stati sprovvisti di dispositivi di sicurezza adeguati. Solo dal giorno seguente sarebbero state fornite dall’amministrazione ospedaliera mascherine di tipo chirurgico, che non potevano essere cambiate durante tutta la giornata, anche per chi era sottoposto  magari  turni di 12 ore. Insomma una situazione, che se confermata sarebbe davvero gravissima, se si considera l’emergenza e le conseguenze che simili comportamenti hanno determinato sulla diffusione del contagio e sulla incolumità di pazienti e di operatori sanitari. La cosa avrebbe anche del paradossale considerando che a fine Marzo proprio al Filippo Neri è stato riconvertito un intero padiglione, quello D, proprio per i malati di Covid 19.

Ma d’altra la storia dell’ospedale romano è  stata piuttosto travagliata negli ultimi anni. Cinque anni fa addirittura si parlava di chiusura, dopo i tagli effettuati dal commissario straordinario alla sanità Enrico Bondi, ma fu proprio Zingaretti appena eletto a fare di tutto per salvare l’ospedale. Con investimenti ingenti ( si parla di 27 milioni)la Regione ha infatti rinnovato il nosocomio, aprendo due anni fa anche un nuovo reparto di psichiatria, che ha fatto dire al Governatore del Lazio e segretario del Pd di aver creato una eccellenza nazionale. Ma questo caso potrebbe riaccendere le polemiche sulla gestione della epidemia da parte del Lazio. Dopo i casi del centro anziani a Fondi, quello delle mascherine ordinate, pagate ma mai arrivate, ora questo grave episodio certo non sono troppo rassicuranti per i cittadini laziali, che fra pochi giorni potranno tornare ad uscire da casa.