Padova, rettore del seminario accusato di abusi. "Mi fece giurare di stare zitto"

Violenza e atti sessuali con minorenne. Sono queste le accuse per Don Gino Temporin, 66 anni. Il monsignore è insegnante di filosofia morale e rettore del seminario minore di Rubano, provincia di Padova. Per lui è iniziato il processo, con le imputazioni più infamanti per un uomo di fede. La presunta vittima afferma che nel 2004 è stato costretto a carezze nelle parti intime e anche a un rapporto sessuale completo. Lui si dichiara innocente e il vescovo lo difende: "Intercettazioni e testimonianze, contro di lui nessuna prova".
Durante la prima udienza ha deposto la vittima, che ai giudici ha ricostruito la vicenda secondo la sua denuncia, la stessa utilizzata dalla procura patavina per costruire il capo d’imputazione con cui il sacerdote è stato rinviato a giudizio. I fatti, spiega il Corriere del Veneto, risalgono al 2004, anche se la denuncia è arrivata solo cinque anni più tardi. Il giovane, diventato nel frattempo maggiorenne, si era confidato con un’assistente e con i medici del reparto dell'ospedaledi Como dov’era ricoverato, dopo avere lasciato il seminario.
Ai medici che lo aiutavano a superare il difficile momento, continua il quotidiano veneto, il giovane aveva raccontato che quando aveva 13 anni monsignor Temporin, rettore del seminario minore di Padova, aveva abusato di lui con carezze nelle parti intime, obbligandolo in un caso a subire anche un rapporto sessuale completo.
Il pubblico ministero Maria Ignazia D’Arpa, ha scritto che don Temporin, "agendo con abuso di autorità spirituale e con minaccia" avrebbe fatto giurare il silenzio al tredicenne "su quanto stava per accadere" con una promessa solenne "su una Madonnina in legno", avvertendolo sulle conseguenze a cui andava incontro se avesse raccontato le violenze subite.
L’avvocato Paolo Marson, legale del sacerdote, spiega che "don Gino Temporin prova un grande dolore per le difficoltà del ragazzo". Non c’è nessuna rabbia nel sacerdote, spiega il penalista, "perché il mio assistito si sente estraneo alla vicenda".