Papa: "Fermate questa insensata guerra". La preghiera di Bergoglio
Nel tradizionale messaggio di Natale Papa Francesco invoca la pace affacciandosi dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana
"Il nostro sguardo si riempia dei volti dei fratelli e delle sorelle ucraini, che vivono questo Natale al buio, al freddo o lontano dalle proprie case, a causa della distruzione causata da dieci mesi di guerra. Il Signore ci renda pronti a gesti concreti di solidarietà per aiutare quanti stanno soffrendo, e illumini le menti di chi ha il potere di far tacere le armi e porre fine subito a questa guerra insensata! Purtroppo, si preferisce ascoltare altre ragioni, dettate dalle logiche del mondo. Ma la voce del Bambino, chi l’ascolta?".
"Il nostro tempo sta vivendo una grave carestia di pace anche in altre regioni, in altri teatri di questa terza guerra mondiale. Pensiamo alla Siria, ancora martoriata da un conflitto che è passato in secondo piano ma non è finito; e pensiamo alla Terra Santa, dove nei mesi scorsi sono aumentate le violenze e gli scontri, con morti e feriti. Imploriamo il Signore perché là, nella terra che lo ha visto nascere, riprendano il dialogo e la ricerca della fiducia reciproca tra Israeliani e Palestinesi".
L’appello del Papa: "Non dimentichiamo i rifugiati in cerca di conforto, calore e cibo"
Viviamo in un mondo "malato di indifferenza, una brutta malattia", ha denunciato ancora una volta il Papa nel messaggio di Natale ai fedeli di tutto il mondo. "Cari fratelli e sorelle, oggi come allora, Gesù, la luce vera, viene in un mondo malato di indifferenza, che non lo accoglie, anzi lo respinge, come accade a molti stranieri, o lo ignora, come troppo spesso facciamo noi con i poveri. Non dimentichiamoci oggi dei tanti profughi e rifugiati che bussano alle nostre porte in cerca di conforto, calore e cibo. Non dimentichiamoci degli emarginati, delle persone sole, degli orfani e degli anziani che rischiano di finire scartati, dei carcerati che guardiamo solo per i loro errori e non come esseri umani".
Natale, il patriarca di Mosca invia un messaggio al Papa
Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, ha inviato gli auguri di Natale al Papa e ai capi delle Chiese cristiane, che celebrano la ricorrenza il 25 dicembre e non il 7 gennaio come gli ortodossi che seguono il calendario giuliano. Dal Cremlino, invece, per ora non è partito alcun messaggio ai capi di Stato dei Paesi occidentali.
"I miei auguri di cuore per la luminosa festa della Natività di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo", si legge nel messaggio pubblicato dal sito del Patriarcato russo. "L'Incarnazione compiuta - l'evento più importante nella storia del mondo - ci testimonia innegabilmente dell'amore del Creatore, che trascende la comprensione". "Vi auguro gioia spirituale per l'arrivo del Salvatore e il suo aiuto generoso nel vostro ministero e pace e prosperità per il gregge che vi è stato affidato", si conclude il messaggio inviato, tra gli altri, anche al capo della Chiesa siro-ortodossa e Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente, Mar Ignatius Ephraim II e al Patriarca di Antiochia dei maroniti, il cardinale Bechara Boutros Rai.
Rispondendo a una domanda della stampa, che gli chiedeva se il presidente Vladimir Putin avesse intenzione di inviare i suoi auguri ai leader dei Paesi occidentali, il portavoce Dmitri Peskov si è limitato a sottolineare che "non esiste una pratica protocollare in questo senso". Negli anni passati, Putin si è congratulato con i colleghi di altri Paesi nei giorni che si avvicinano alla vigilia di Capodanno, che in Russia è una festività cruciale del calendario. I russi, va ricordato, celebrano il Natale non il 25 dicembre ma il 7 gennaio, seguendo il calendario giuliano in ritardo rispetto a quello gregoriano
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