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Cronache
Psicologi e carcere, i media siano prudenti

Psicologi e carcere, i media siano prudenti

Il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha appreso, dalla stampa e dagli altri mezzi di informazione, dell’attività di indagine a carico di due nostre colleghe operative presso il servizio sanitario della Casa Circondariale di Milano San Vittore.

Non intendiamo entrare nel merito della vicenda, di cui peraltro non possiamo conoscere gli elementi, ancora vincolati al segreto istruttorio.

Tuttavia, non possiamo esimerci dall’esprimere il sentimento di stupore e di preoccupazione che suscita la notizia, in coerenza col nostro dovere di vigilanza del titolo professionale e in considerazione delle condizioni di lavoro degli psicologi che operano nelle Carceri, cui va oggi la nostra attenzione e vicinanza.

Leggi anche: Caso Pifferi, le psicologhe del carcere accusate di favoreggiamento

L’azione inquirente – per come i media la rappresentano e l’amplificano- potrebbe tuttavia, rischiare di compromettere la serenità dei professionisti nostri colleghi e iscritti che operano presso i presidi sanitari del sistema penitenziario, con pregiudizio per un servizio delicato, esercitato con passione, competenza e pochi riconoscimenti.

Per tali ragioni è nostro dovere seguire con interesse e attenzione gli sviluppi della vicenda procedimentale, con l’auspicio che l’attenzione mediatica, in mancanza di riscontri certi, non comprometta la reputazione delle colleghe coinvolte e di tutte le psicologhe e gli psicologi che operano a tutela del benessere psicologico dei detenuti e del personale delle Carceri italiane.

 

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