Cronache
Rai, la riforma passa al Senato Renzi: "Il no solo un incidente"
Con il via libera del Senato, la riforma della Rai si appresta ora a passare, dopo la pausa estiva, all'esame della Camera. Ma e' molto probabile che quello di Montecitorio non sara' l'ultimo passaggio parlamentare per il ddl. Ieri, infatti, grazie al voto di 19 senatori della minorazna Pd assieme alle opposizioni, e' stato soppresso l'articolo 4 della riforme, che delgava il governo ad intervenire sul canone dell'azienda di viale Mazzini. E gia' oggi il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha lasciato intendere che l'iter della riforma proseguira' con una terza lettura a palazzo Madama: "Ho la sensazione che ci rivedremo in Senato", ha detto infatti.
Lo stesso premier, Matteo Renzi, in conferenza stampa al termine del Cdm, ha spiegato: "Vedremo se e come correggere alla Camera il testo". Intanto pero', con il via libera di oggi al ddl, vengono introdotte importanti novita' in materia di governance della Rai: viene istituita la figura dell'amministratore delegato, mentre il Cda sara' piu' snello e non verra' piu' eletto dalla commissione di Vigilanza. Infine, il presidente sara' di garanzia. Durante le votazioni al Senato, poi, e' stato ristretto l'ambito di intervento del governo con la delega sul riassetto normativo di settore.
Questi i punti salienti della riforma della Rai:
NUOVI POTERI ALL'AMMINISTRATORE DELEGATO: L'Ad e' nominato dal Cda su proposta dell'assemblea dei soci, e quindi dal Ministero dell'Economia, e resta in carica per tre anni. Ma puo' essere revocato dallo stesso consiglio di amministrazione. L'Ad puo' nominare i dirigenti, ma per le nomine editoriali deve avere il parere del Cda che, se ha la maggioranza dei due terzi diventa vincolante. Vi e' poi l'incompatibilita' a ricoprire la carica di Ad della Rai per i membri del governo, fino a dodici mesi precedenti alla data della nomina
PRESIDENTE DI GARANZIA: Viene introdotta la figura del presidente di garanzia. Il presidente viene nominato dal Cda tra i suoi membri, ma deve anche ottenere il parere favorevole della commissione di Vigilanza con i due terzi dei voti.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: Diminuisce il numero dei componenti del Cda, che passano da nove a sette, quattro dei quali vengono eletti dal Parlamento, due sono nominati dal governo e uno viene designato dall'assemblea dei dipendenti. Vengono inoltre previsti requisiti di onorabilita' per i consiglieri, per i quali e' previsto un tetto alle retribuzioni. Non possono ricoprire la carica di consiglieri di amministratore della Rai ministri, viceministri e sottosegretari e che abbiano ricoperto la carica nei dodici mesi precedenti alla data della nomina.
DIRETTORE GENERALE: Le nuove norme sul Cda si applicheranno solo a partire dal primo rinnovo. Fino a quel momento, e nella prima fase transitoria, sara' il Direttore Generale ad avere maggori poteri, tanto da aver fatto discutere durante l'iter parlamentare sulla figura del 'super Dg', che svolgera' di fatto il ruolo di Ad.
CONTRATTO DI SERVIZIO: Passano da tre a cinque gli anni di durata dei contratti nazionali per lo svolgimento del servizio pubblico. Acquista un potere maggiore il governo, che prima di ogni rinnovo dei contratti deve indicare gli indirizzi.