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Cronache
Mafia Capitale, Orlando a Ponza d'Autore: "A Roma i clan esistono"
Andrea Orlando

MAFIA CAPITALE: ORLANDO, POST SENTENZA DIBATTITO SURREALE. E' ASSOCIAZIONE A DELINQUERE CHE HA AVUTO RUOLO POLITICO ANCHE SE NON MAFIOSI, MA LA MAFIA A ROMA ESISTE

“Non commento le sentenze in qualità di Ministro della Giustizia, ma il dibattito che si è sviluppato mi sembra surreale”.

Così è intervenuto ieri sera il Ministro della Giustizia Andrea Orlando nel corso della serata inaugurale di Ponza d’Autore, la rassegna culturale di Gianluigi Nuzzi e Paolo Mieli dedicata al tema #diritti. 

“Da un lato – spiega il ministro - c’è una sorta di delusione per la mancata accusa di associazione mafiosa, dall’altra c’è chi trae la conclusione che la mafia a Roma non c’è. Entrambe le valutazioni sono sbagliate. Sono stati condannati per associazione a delinquere che ha svolto un ruolo politico, anche se non sono, in senso stretto, ciò che il 416bis definisce come mafiosi e questo non può che preoccuparci”.

 

GIUSTIZIA: ORLANDO, PRIMA DI TOCCARE 416BIS BISOGNA AVERE IDEE CHIARE. E’ FRUTTO DEL LAVORO DI FALCONE E BORSELLINO, PRIMA DI TOCCARLO MONTARLO VORREI ESSERE SICURO DI COSTRUIRNE UNO ALTRETTANTO EFFICACE”.

“Quando si mette le mani sul 416bis bisogna avere le idee molto di chiare di dove si arriva perché si rischia di fare dei danni. Quella di oggi è una mafia moderna, molto meno militare e più economica, più transnazionale, parla le lingue, ha studiato nelle grandi università europee. La definizione di mafia va riclassificata e gli strumenti di contrasto vanno ripensati alla luce di questa nuova dinamica”, ha detto ancora Orlando a Ponza d'Autore.

“Prima di toccare il 416bis – ribadisce il ministro - bisogna mettersi d’accordo su quella che è la nuova definizione. Su questi temi vedo spesso un dibattito alimentato dalla ricerca di qualche voto. Il 416 bis ha alle spalle il lavoro di persone come Falcone e Borsellino, prima di smontarlo vorrei essere sicuro che siamo in grado di costruirne un altro altrettanto efficace”.

IMMIGRAZIONE: ORLANDO, CHISSA’ COSA DIREMO IN CAMPAGNA ELTTORALE, PER ADESSO SENTO SOLO SCEMENZE. DOBBIAMO DIRE LA VERITA’: IL FENOMENO NON SI FERMA, POSSIAMO SOLO GOVERNARLO

Gli austriaci dicono di voler chiudere in Brennero? Loro sono in campagna elettorale, chissà cosa diremo noi in campagna elettorale, non me lo voglio neanche immaginare. Dobbiamo essere seri e dire agli italiani la verità e cioè che questo è un fenomeno che non si ferma, lo si può solo governare. Il racconto che si fa oggi è molto enfatizzato di una realtà molto complicata da gestire" ha detto ancora Orlando a Ponza d'Autore. “Ne ho sentite di tuti i colori- prosegue in Guardasigilli: chi racconta che si può mettere un tappo a questi flussi racconta una stupidaggine, chi dice ‘lasciamo andare le cose così come sono’ non si pone il problema che crea fenomeni di rigetto sociale. ‘Respingiamo i barconi’, è uno slogan ma il diritto internazionale non lo consente. ‘Andiamo in Libia e blocchiamo le partenze’, è un’ipotesi irrealistica perché non esistono forze di terra italiane che possono andare il Libia a fermare le partenze. E’ una scemenza anche dire ‘aiutiamoli a casa loro’: è giusto sviluppare la cooperazione, ma è solo un pezzo della risposta. Non esiste una cooperazione internazionale in grado di bloccare i flussi in qualche settimana. E poi ci sono Paesi con cui non si può neanche realizzare come in Libia o nella zona controllata dal Boko Haram”.

MANOVRA: ORLANDO, SBAGLIATO PROMETTERE DIMINUZIONE TASSE A TUTTI, DOBBIAMO VALUITARE OBIETTIVI. IL BONUS CULTURA A TUTTI E’ STATO UN ERRORE

“Penso che sia sbagliato promettere a tutti una diminuzione delle tasse, non si possono promettere meno tasse per tutti, è solo un altro modo per conquistare del consenso che poi rischia di essere deluso”.

Così è intervenuto ieri sera il Ministro della Giustizia Andrea Orlando nel corso della serata inaugurale di Ponza d’Autore, la rassegna culturale di Gianluigi Nuzzi e Paolo Mieli dedicata al tema #diritti. 

“Non credo che nella manovra ci sarà un inasprimento della pressione fiscale – prosegue il ministro - penso più probabile una riqualificazione della spesa. Se ci sono margini è bene che siano utilizzati per le fasce di reddito più basso e le imprese in maggior difficoltà. Dobbiamo selezionare gli obiettivi. In questi tre anni abbiamo fatto cose importanti, ma spesso si sono utilizzate le risorse senza valutare gli obiettivi: non penso che al figlio di uno che guadagna 200mila euro all’anno sia assolutamente necessario il bonus da 550 euro per la cultura. Penso che sia stato un errore darglielo”.

EUROPA: ORLANDO, SAREBBE BENE NON INFILARE LE DITA NEGLI OCCHI ALL’UE. SE AGIAMO DA SOLI FACCIAMO I PIERINI

“Sarebbe bene non infilare le dita negli occhi a tuta l’UE. Bisogna cambiare la linea di rigore dell’Europa ma costruendo alleanze al livello europeo. Noi da soli non possiamo ‘fare i pierini’, non abbiamo la forza per farlo, rischiamo di essere tagliati fiori da un asse Francia-Germania che si va consolidando. Dobbiamo chiedere un cambio delle regole ma nel frattempo rispettare quelle attuali, chiedere più flessibilità e chiederla per tutti”.

GIUSITIZIA: ORLANDO, AUTORITA’ ANTICORRUZIONE STRUMENTO IMPORTANTE MA OCCORRE RIFORMA MORALE MA NON SI FA CON DECRETO.

“L’Autorità Nazionale Anticorruzione è uno strumento molto importante, che dà elementi di prevenzione efficaci, ma la corruzione è un fenomeno che non si batte soltanto con lo strumentario penale. Occorre una riforma morale che non è né dentro un decreto nè dentro una legge", ha proseguito Orlando parlando a Ponza d'Autore. “Se c’è una crisi dello Stato, dei corpi intermedi, una difficoltà nella rappresentanza, una debolezza dei partiti politici, la forza degli interessi particolari e la capacità di condizionamento nelle istituzioni cresce in modo esponenziale. Questa è una cosa che non può risolvere il diritto ma devono farlo la politica e la società”.

GIUSTIZIA: ORLANDO, ORGOGLIOSI NOSTRA INTELLIGENZE, ECCELLENZA EUROPEA. REALTA’ DA CONSERVARE AL DI LA’ DELLE MAGGIORANZE POLITICHE

“Dovremmo essere un po’ più orgogliosi della capacità della nostra intelligence e delle nostre forze dell’ordine. Chi descrive l’Italia come un colabrodo, esposta a qualunque tipo di rischio non fa tanto un dispetto a chi protempore fa il ministro della giustizia o degli interni, ma nega le capacità di questi servitori dello Stato, tra le eccellenze al livello europeo. Questo è un elemento da conservare al di là delle maggioranze politiche che reggono il Paese”, ha concluso Orlando.

 

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