Ruby ter, Casson: "Sì a tutte le intercettazioni". Ma il Pd è diviso
di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
"Sì, direi sì per tutte le intercettazioni". Lo conferma il senatore Felice Casson ad Affaritaliani.it, a proposito della richiesta dei magistrati di utilizzare undici conversazioni confluite nel Ruby ter, il procedimento aperto con l'ipotesi di corruzione in atti giudiziari a carico di Silvio Berlusconi.
La giunta per le Autorizzazioni del Senato avrebbe dovuto dare il suo via libera ma invece è slittato tutto dopo Pasqua, anche per le assenze tra le fila del Pd. "Mancavano tre senatori su otto", dice Casson ad Affaritaliani.it, che smentisce l'ipotesi di uno scontro interno al partito di maggioranza sul tema. "Non c'è uno scontro, ma una discussione in corso. Ci sarà sicuramente modo di ragionare".
Casson conferma ad Affaritaliani.it l'esistenza di sensibilità diverse sulla vicenda: "Ma il garantismo non c'entra nulla, semplicemente ci sono valutazioni diverse e discussioni in corso sulle norme di legge. Tutto qui". Ma per quanto riguarda lui, non ha dubbi, come ammette sempre ad Affari: "Sì, io direi sì per tutte le intercettazioni".
La richiesta delle toghe riguarda undici conversazioni, captate fra il 12 aprile 2012 e il 27 agosto dello stesso anno, di cui 9 intercettate sulle utenze in uso a Barbara Guerra e due su un'utenza in uso a Iris Berardi. Ascolti effettuati nell'ambito di altri procedimenti e poi confluiti nel cosiddetto Ruby ter, in cui si procede per l'ipotesi di reato di corruzione in atti giudiziari.
Lo scorso 9 marzo il presidente della Giunta e relatore del caso, Dario Stefano(Sel), ha svolto la sua relazione chiedendo di accogliere la domanda avanzata dalla magistratura solo per 5 ascolti, i primi in ordine di tempo ad essere captati. Quattro sull'utenza di Guerra e uno su quella della Berardi.
Il ragionamento tecnico svolto dal presidente Stefano si è concentrato, fra l'altro, sul concetto di causalità su cui insiste la magistratura nel chiedere di potere usare le conversazioni di Berlusconi. Conversazioni ascoltate indirettamente su utenze diverse dalla sua. Per il relatore non ci sono elementi certi al di là di ogni ragionevole dubbio per affermare la verosimiglianza e la plausibilità della persistente accidentalita' di tutte le conversazioni captate. La risposta definitiva dopo Pasqua.