Esplode lo scandalo corsi online. Gli insegnanti: "Vergognoso mercimonio"
“Sulle graduatorie di istituto si sta consumando un vergognoso mercimonio”. A denunciarlo è la Gilda degli Insegnanti che tuona contro alcuni corsi online a pagamento con cui è possibile ottenere punti. “E' un metodo inaccettabile che mortifica l'insegnamento, basta mercanteggiare sui precari” attacca la Gilda, citando l'esempio di una certificazione che dà diritto a 3 punti in graduatoria e che è possibile conseguire pagando 60 euro, di cui soltanto 10 per il corso online, e sostendendo un semplice esame nell'arco di pochi giorni".
"Sono migliaia – spiega la Gilda - i docenti precari che stanno mettendo mani al portafoglio per conquistare 3 punti che alla fine non cambieranno le loro posizioni in graduatoria ma serviranno solamente a far guadagnare le società organizzatrici dei corsi”. “La cattedra non è come una batteria di pentole da comprare con i punti della spesa al supermercato” conclude la Gilda, sottolineando che “è pronto il ricorso per bloccare le graduatorie di istituto”.
LO SCANDALO A MESSINA - E' di qualche settimana fa l'esplosione dello scandalo dei "corsi d'oro". I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Messina hanno segnalato alla Corte dei Conti di Palermo un danno erariale che sarebbe stato causato dai tre enti di formazione al centro dell’indagine ”Corsi d’oro” per indebiti finanziamenti (tra il 2006 e il 2011) per 47 milioni di euro. E’ stata analizzata – dice la Gdf – la disciplina di settore introdotta dalla Regione Siciliana, la quale prevede che gli enti autorizzati a svolgere attivita’ nel settore della formazione professionale non debbano perseguire fini di lucro. A seguito degli esiti delle indagini penali, le Fiamme Gialle peloritane hanno accertato che ”i centri di formazione professionale A.N.Co.L., A.R.A.M. e L.U.Me.N. ONLUS di Messina, attraverso lo schermo di societa’ – appositamente create e i cui amministratori erano legati ai responsabili degli enti da vincoli di parentela o di fiducia – riuscivano a documentare spese relative al noleggio di attrezzature, ai servizi di pulizia dei locali e agli affitti degli immobili in cui venivano svolti i corsi di formazione, a prezzi notevolmente superiori a quelli di mercato, cosi’ distraendo a proprio vantaggio i fondi loro destinati dalla Regione”.