Cronache
Schiaffo a una fedele, il Papa si scusa. "A volte anche io perdo la pazienza"

L'infallibilita' del Papa venne dichiarata 150 anni fa esatti, con il Concilio Vaticano I, e riguarda solo quando parla ex cathedra. Oggi Papa Francesco ribadisce che, per tutto il resto, il pontefice e' uomo come gli altri. Quindi: piange, ride, e' allegro, perde le staffe. Sbaglia. Come tutti gli altri. Il precedente: ieri sera, dopo il Te Deum di ringraziamento per l'anno che si e' appena concluso, il pontefice segue la tradizione e va a visitare il presepe allestito in piazza San Pietro. Fa parte della tradizione che passi tra la folla, benedica e stringa le mani dei fedeli. Fatto con pochissimi precedenti: una donna, apparentemente un'asiatica, si lascia prendere dall'entusiasmo e gli stringe la manica, gridando qualcosa (i microfoni in quel momento sono lontani e non si capisce bene). Lui allora alza leggermente la sinistra e la abbassa con pochi complimenti sul braccio della signora, che molla la presa. Lui si allontana. Le telecamere riprendono un volto non esattamente disteso. Del resto Bergoglio non ama nemmeno che gli si baci la mano.
Sara' che i media in questi giorni sono affamati di qualsiasi contenuto riempia la Rete, sara' che in effetti il gesto non e' tra i piu' frequenti, da parte di un pontefice, il fatto e' che la cosa fa il giro del mondo. Pare decine di milioni di condivisioni del video; c'e' chi si diverte ad analizzarlo alla moviola, neanche fosse (absit iniura) il gol di mano di Maradona. Ecco allora che oggi il Papa chiede scusa. scusa: come una persona qualunque. Francesco si affaccia all'Angelus. Ha appena pronunciato una bellissima omelia sul ruolo e la centralita' della donna: nella societa', nel progetto della provvidenza divina. Non c'e' salvezza senza la donna, dice prima di denunciare l'inumanita' delle violenze sessuali, dell'oggettivazione del corpo femminile, delle discriminazioni sul lavoro e della tragedia delle migrazioni. Prima di riprendere il filo del discorso alla preghiera di mezzogiorno inserisce nel testo un capoverso pronunciato a braccio. Questo: "L'amore ci fa pazienti. Tante volte perdiamo la pazienza; anch'io, e chiedo scusa per il cattivo esempio di ieri". Poche parole, ma fanno il giro del mondo piu' o meno quanto lo hanno fatto nelle ore precedenti le immagini del giorno prima.
Non deve stupire, del resto l'Angelus di Capodanno e' uno dei momenti dell'anno in cui maggiormente il pontefice si rivolge al mondo intero. E' la festa di Maria Santissima, ma e' anche la 53ma giornata mondiale della Pace, valore universale. Bergoglio esordisce, e non e' cosa fortuita, con toni distensivi nella forma, ma apocalittici nella sostanza: Ieri sera abbiamo concluso l'anno 2019 ringraziando Dio per il dono del tempo e per tutti i suoi benefici. "Oggi iniziamo il 2020 con lo stesso atteggiamento di gratitudine e di lode", dice, "Non e' scontato che il nostro pianeta abbia iniziato un nuovo giro intorno al sole e che noi esseri umani continuiamo ad abitarvi. Non e' scontato, anzi, e' sempre un 'miracolo' di cui stupirsi e ringraziare". Ma la cosa e' destinata a passare in secondo piano, perche' non c'e' nulla di piu' contrario al comune sentire dell'opinione pubblica (e quindi "notiziabile") di un papa che dice "ho sbagliato". Ed il sito Vatican News sottolinea: "Il cristiano non e' piu' bravo degli altri. Ed e' bello che Francesco all'Angelus abbia chiesto scusa davanti al mondo per il gesto d'impazienza". L'infallibilita' e' un'altra cosa.
IL CASO - Il Papa 'molla' uno schiaffo sulla mano di una fedele e Twitter va in tilt (Bergoglio Trend Topic su Twitter nel pomeriggio di mercoledì primo gennaio). Il video che documenta la reazione di Papa Francesco al comportamento aggressivo di una donna in piazza San Pietro, dopo la celebrazione del Te Deum, impazza sul web e calamita migliaia di tweet. C'è chi si sofferma sul problema relativo alla sicurezza, osservando che "un analogo strattonamento di un qualunque capo di Stato avrebbe provocato il subitaneo impacchettamento del disturbatore". "Quello che ha fatto il Papa, dimostra solo una cosa, che è un uomo. Vorrei vedere la reazione di chi lo critica, se fosse strattonato in quel modo!", afferma un altro utente.
This evening after visiting the Nativity scene in St. Peter's Square, Pope Francis loses his cool after being grabbed by a pilgrim who wouldn't let go of his hand. The Pope repeated slapped her hand and told her to let go of him. pic.twitter.com/6Qrgh8aZKz
— Catholic Sat (@CatholicSat) December 31, 2019
"Bergoglio non ha saputo resistere al dolore che gli procurava la donna tirando la mano, l'articolazione dell'arto era dolorante data l'età del Pontefice e la pazienza ha un limite, anche se si è Papa", afferma un altro. "Sono disgustato dagli interventi pieni di astio, sui social, verso il Papa. Stava per finire a gambe levate, strattonato da una persona senza senso della misura. Ha reagito come naturalmente avrebbe fatto chiunque", scrive un'altra persona, stigmatizzando i messaggi critici verso il Pontefice. Il video diventa virale e i commenti aumentano a dismisura. Abbondano, inevitabilmente, quelli ironici. "Sta mano pò esse fero e pò esse piuma... Oggi è stata fero", tira fuori dal cilindro qualcuno, rispolverando la memorabile citazione di Mario Brega in 'Bianco Rosso e Verdone'.
Papa: Comandante Alfa, non deve chiedere scusa lui ma scorta - "La sicurezza del Papa deve chiedere scusa, non il Santo Padre. La sicurezza di Papa Francesco ieri sera ha sbagliato tutto, forse per rilassatezza, forse per routine, ma hanno sbagliato completamente i movimenti". Lo spiega all'AGI il 'Comandante Alfa', ovvero il fondatore del 'Gis', il Gruppo di intervento speciale "a disposizione della collettivita' 24 ore su 24" che agisce nei momenti piu' concitati e complessi. Arresti di mafiosi, operazioni complesse, irruzioni, il Comandante Alfa da quasi 50 anni indossa il mefisto, e' diventato il 'carabiniere senza volto'. E' lui che ha addestrato le forze speciali italiane per diversi decenni, il personale di scorta nel nostro Paese, tanto da essere chiamato a insegnare le tecniche di sicurezza alle polizie di mezzo mondo.
"La tutela e' una cosa seria. E' la seconda volta che accade in Vaticano - ricorda il Comandante Alfa all'AGI -, la prima volta qualche anno fa quando una signora scavalco' le transenne e fece cadere Papa Benedetto durante la Messa di Natale. La sicurezza deve stare in linea, sia in verticale che in orizzontale, cosi' da impedire una cosa del genere. Ieri sera la signora non lasciava la mano al Papa e lui e' stato costretto a dare un piccolo schiaffettino sulla mano per divincolarsi, ma a quel punto non ci si doveva proprio arrivare". Il Comandante Alfa ha addestrato anche la sicurezza del Vaticano. "Si, li ho addestrati e va fatta una premessa: garantire la sicurezza a Papa Francesco e' molto difficile, perche' lui stesso non vuole gli uomini attorno, quindi ci sta anche che sia successo per questo. Ma in un momento simile, in una serata come quella di ieri, la sicurezza deve fare la sicurezza e non ha attenuanti, al di la' del volere del Papa. In situazioni come ieri sera, bisogna stare fra le transenne e il Papa, creando uno spazio, invece il Santo Padre stava troppo accanto alle transenne. Indipendentemente da quello che dice il tutelato, anche se e' il Papa, non lo si puo' lasciare cosi'". Il Comandante Alfa spiega quanto sia complesso il loro mestiere. "Questo e' un lavoro molto difficile, un lavoro di prevenzione, dove la collaborazione fra protetto e sicurezza e' fondamentale ma la routine e' pericolosissima, non succede mai niente, ma quando non sei concentrato e accade qualcosa, avrai una reazione molto lenta. E li' accade cio' che non deve accadere. Basta ricordarsi di quando al Presidente Berlusconi tirarono la statuetta, li' la sicurezza si sentiva tranquilla ed accadde quello che tutti sappiamo. Tutti gli uomini della sicurezza guardavano le telecamere e l'uomo che tiro' la statuetta ebbe la possibilita' di mirare ben tre volte. Inaccettabile". Secondo il Comandante Alfa, sul tema nel nostro paese c'e' un problema generale. "In Italia non c'e' la cultura della sicurezza personale, poi quando accade quello che accade e' troppo tardi. Negli altri Stati il servizio di protezione e' una cosa seria, rispettata anche dai cittadini. Qui da noi no. Pensiamo cosa accadde negli Stati Uniti con l'assassinio di Kennedy, da allora il Presidente e' inavvicinabile. Anche le persone nel nostro Paese devono comprendere che la vita sotto scorta non e' un privilegio e devono rispettare sia il tutelato che le persone che lo tutelano".