Cronache
La scuola e il suo declino. I banchi riassettati da Bianchi

99,9% di promossi? Facendo un calcolo a spanne...
Ministri del PD, Indipendenti, 5Stelle, Lega e Forza Italia succedutosi nell'ultimo ventennio, con devastanti innovazioni e riforme, ad alcune hanno abbinato, per i posteri, il proprio nome, hanno contribuito alla decadenza didattica e formativa, riducendo l'autorevolezza della scuola a un ricordo per i nostri vecchi.
Colpi ben assestati furono portati da due ministre, oggi considerate statiste di livello: Moratti 2001-2006, nel 2004 con la sua riforma, oltre a ingolfare di burocrazia gli istituti scolastici, rivisitò i programmi di storia e geografia decretando, in effetti, la scomparsa dell'insegnamento di quest'ultima. Con la riforma del 2010, della collega di area politica Gelmini 2008-2011, anche l'insegnamento della storia fu penalizzato con l'avvento della geostoria. La stessa ministra, con la finanziaria del 2008 già aveva contribuito al taglio di nove miliardi per "istruzione e università”.
Sarebbe ridondante continuare a evidenziare le responsabilità della politica sulla decadenza della scuola, non manchiamo di rispetto alla mitica casalinga di Voghera e all'universalmente noto maggiordomo Battista se intravvediamo un parallelismo di ruoli con ministre e ministri dell'Istruzione del trascorso ventennio.
In effetti, stravaganze didattiche, confusione di ruoli, svilimento dell'insegnamento e tant'altro sono il risultato della cultura e degli indirizzi di un globalismo proteso a resettare le fondamenta del vivere, specialmente di quello occidentale.
Siamo all'Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile che al paragrafo 10.3 prevede: Garantire a tutti pari opportunità e ridurre le disuguaglianze di risultato, anche attraverso l’eliminazione di leggi, di politiche e di pratiche discriminatorie, e la promozione di adeguate leggi, politiche e azioni in questo senso. La scuola italiana su questo è all'avanguardia alla maturità promoviamo il 99,9% dei candidati, la disuguaglianza è azzerata.
Al 4.7 si legge: Entro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l'educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l'uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.
Ecco le competenze trasversali. Storia, Geografia, Filosofia e il resto del vecchio armamentario didattico sono ancora utili? Crediamo di no! L'Occidente e il liberalismo sono ormai prigionieri della gnosi del mondialismo.
Negli USA è già avanti la semplificazione dell'insegnamento, nell'Oregon, a seguito di una campagna patrocinata da George Soros e dalla Fondazione Ford, grammatica e matematica non hanno più rilevanza valutativa. Visioni e progetti della finanza planetaria, che trova il suo hub nel World Economic Forum di Davos, trovano ampio spazio nell'emarginare la cultura umanistica in occidente. In Spagna, lo scorso marzo il governo socialista, con la benevolenza dei popolari, ha abolito lo studio di storia e filosofia nelle scuole superiori sostituendole con ragionamenti su tematiche d'attualità.
E' evidente che la destrutturazione della scuola accomuna sinistra e destra nello stesso livello d'incapacità e incoscienza nella convinzione che scelte postmoderniste possano arrestare e risolvere la profonda decadenza del moloch scuola. Purtroppo dal 25 settembre, chiunque occuperà la poltrona di viale Trastevere, non determinerà alcuna inversione rispetto a un'istruzione altermoderna in cui la cognizione per specifiche materie tradizionali non avrà più senso e la stessa politica non avrà interesse ad affrontare l'avanzata di un procurato analfabetismo.
L'Occidente dovrà, allora, ripensare ai contenuti di espressioni quali merito, competenza e di tutto ciò che abbiamo inteso come sapere.
Questo riguarderà il futuro, oggi incameriamo l'informazione di uno studente del liceo Tasso di Salerno: Abbiamo un'assemblea d'istituto al mese per un totale di 10 giorni l'anno, 6 giorni per la settimana autogestita. Tra gite, assemblee straordinarie, scioperi istituzionali per la riforma scolastica, per il clima e quelli non programmabili, ancora una ventina. Come tutti i lavoratori anche noi studenti abbiamo l'esigenza di avere più tempo libero.
Pura formalità la legge che prevede minimo 200 giorni d'insegnamento considerando che al massimo si riducono intorno a 160.
Ha ragione il giovane liceale, il liceo Tasso, un tempo attraente tempio del sapere, oggi è fabbrica e laboratorio di un faticoso e forse inutile apprendimento.
Altro che il cinese Gaokao.
* Direttore Società Libera