Lo sguardo libero
Tennis, caratteri e colpi oltre il limite: il libro di Dario Fertilio e Guido Primiceri

Dario Fertilio
Prendiamo un campione del tennis, fermato da un infortunio sul più bello a 20 anni, quando stava per affacciarsi al gotha mondiale della categoria. E un giornalista scrittore più a suo agio con i romanzi e i commenti politici, piuttosto che con l'erba di Wimbledon, o la terra rossa degli Internazionali romani. Facciamoli incontrare e innamorarsi di un progetto anomalo: un libro che racconti i colpi impossibili dei virtuosi con la racchetta. Non però in astratto, o soltanto sotto l'aspetto tecnico, ma riferendoli a giocatori reali, che vediamo in tv o ricordiamo del passato, interpreti inimitabili di un certo, speciale gesto.
Otterremo così "Giocare l'impossibile/ Colpi e caratteri estremi del tennis", un libro pubblicato dalla Mursia e firmato da Dario Fertilio insieme con Guido Primiceri. Autore, il primo, di libri e articoli su vari quotidiani; campione italiano under 16 il secondo, poi allievo nella celebre Academy di Nick Bollettieri in Florida, prima di incappare ventenne nell'infortunio che lo ha fermato sulla soglia dei primi 300 del mondo.
"Giocare l'impossibile” affianca alla descrizione delle prodezze atletiche i ritratti non convenzionali dei loro autori, colti dietro le quinte del teatro sportivo internazionale. Che si rivela molto diverso da quello ammirato e ormai popolarissimo da noi. Sfilano così il servizio micidiale di John Isner, detto The Scud, e la risposta scientifica di Novak Djokovic, la smorzata psichedelica di Carlos Alcaraz e il proverbiale rovescio bimane in salto di Jannik Sinner, il lob assassino di Andy Murray e quel diritto macino a sventaglio che ogni tanto Denis Shapovalov estrae dal suo repertorio contraddicendo ogni logica. Non mancano aspetti inediti, come le notti autodistruttive di Xavier Malisse, i risvolti curiosi della coppia Adriano Panatta – Paolo Bertolucci, gli allenamenti ascetici di David Ferrer. Con una rivelazione che riguarda un potenziale campione sconosciuto, tale Mauro Palpacelli: avrebbe potuto diventare numero uno in assoluto, ma si è bruciato la carriera per il suo carattere ribelle. Uno strano mondo, che a pochi regala fama e ricchezza, a molti invece un'esistenza precaria, costantemente al limite, tentata dagli eccessi. Lo racconta questa guida singolare a uno sport che oggi contende al calcio il primato di popolarità, e non solo tra le giovani generazioni.