PA, si mette un cerotto dove servirebbe un trapianto
di Nicolo' Boggian
Un anno fa, in Agosto, il ministro Profumo, del governo dell'austerity del prof. Monti, scatenava delle polemiche per la decisione di indire nuovi concorsi pubblici per la meta' delle 12.000 assunzioni di nuovi docenti nella Scuola di stato. Scrivevo che prima di inserire nuovi docenti sarebbe stato necessario rivedere parecchie cose dell'organizzazione scolastica, delle procedure concorsuali e della mission dell'istruzione pubblica. A distanza di un anno, con un nuovo governo, un nuovo ministro e, forse passata di moda l'idea della spending review, la scuola si trova di fronte i medesimi problemi dell'anno precedente. La disoccupazione giovanile e' aumentata in modo importante, un rapporto di Mckinsey segnala come, a livello internazionale, la scuola sembra aver perso efficacia come strumento di formazione al mondo del lavoro e , per il prossimo anno, si prevede un'ulteriore diminuzione degli assunti under 30. Il nuovo governo annuncia quindi 11.500 assunzioni di docenti e 672 dirigenti per il 2013, di cui la meta' con nuovi concorsi e l'altra meta' dalle graduatorie di chi ha maturato questi diritti. Bene ? Non proprio...in questo modo si perpetua il solito errore italiano. Per risolvere ogni problema con il denaro pubblico e per accontentare interessi di categoria, si mette un cerotto dove servirebbe un trapianto. Premesso che nuove assunzioni fanno piacere a tutti e sono comunque preferibili al tradizionale blocco del turn over, non si puo' non osservare che in questo modo si produce un doppio danno.
Da un lato si danneggia il cittadino perche' accontentando alcuni tramite nuova spesa pubblica, si impedisce di abbattere la straordinaria pressione fiscale che strangola il paese, secondariamente, in mancanza di innovazioni e correttivi all'attuale organizzazione scolastica, si alimenta un modello che non offre un servizio effettivo al cittadino. Quale significato ha una scuola che non aiuta a collocare i giovani nel mercato del lavoro e non resta al passo con innovazioni e cambiamenti della societa' ? Intendiamoci, di tutti gli investimenti che lo Stato puo' fare quello in Istruzione e' quello migliore, a patto che si abbia veramente a cuore questa missione. Ma se e' vero che nella Scuola gli stipendi sono bassi, non c'e' crescita professionale e non si premia il merito, siamo sicuri di fare un grande servizio ai nuovi assunti ? Il ministro Carrozza ha promesso che, dopo il decreto che conferma le assunzioni, mettera' mano ad un progetto complessivo che indichi una direzione per la Scuola. Lo stesso ministro pero' qualche settimana fa bloccava il progetto di digitalizzazione scolastica, sostenendo che non sono dimostrati effetti pedagogici positivi nell'utilizzo dei tablet. Discutiamone, ma vogliamo chiederci perche' nel mercato del lavoro vi e' una totale integrazione nell'utilizzo di documenti digitali e cartacei? Non sarebbe piu' opportuno preparare docenti ed alunni ad un mondo in cui dovranno presto o tardi adattarsi e portare un contributo ? La nuova scuola che mi piacerebbe dovrebbe essere pienamente integrata con le tecnologie piu' avanzate del mercato, dovrebbe avere docenti con rilevanti esperienze professionali, ben pagati per merito e ben preparati a formare le persone del futuro anche con metologie che stimolino la creativita', il problem solving e la proattivita' negli alunni. Test autoreferenziali e i tradizionali concorsi pubblici non garantiscono questo risultato. Vogliamo chiederci come mai nella PA italiana annunciamo nel 2013 la fine dell'utilizzo del fax, sperando non sia solo un annuncio, quando le migliori aziende non lo utilizzano quasi piu' da un ventennio ? Non sara' che l'autoreferenzialita' dello Stato sia un freno a progresso e innovazione, che porta piu' svantaggi che vantaggi a dipendenti e cittadini? Anche nella PA si parla di centinaia di migliaia di nuove stabilizzazioni di personale precario per la fine dell'anno.
Siamo sicuri che stiamo creando posti di lavoro per persone che matureranno competenze e tecnicalita' richieste o stiamo semplicemendo erogando assegni di welfare che renderanno queste persone sempre piu' dipendenti dallo Stato e meno in grado di autorealizzarsi ? Siamo sicuri che persone di Talento siano interessate a queste opportunita' o stiamo implicitamente accettando che nell'Istruzione e nella Pa non ci vadano i cittadini piu' brillanti ? In questo modo non stiamo creando un circuito perverso per cui Scuola e Pa producono risultati sempre piu' mediocri ? La coincidenza che vede pochissimi lavoratori e dirigenti dell'universo Pubblico e del mondo Politico ricollocarsi nel mondo del lavoro Privato dovrebbe far riflettere. Perche' nel mondo anglosassone chi esce da questi ruoli ha rilevanti e ben pagate opportunita' nel privato mentre in Italia e' costretto a barricarsi nelle Istituzioni ? Gli italiani sono un popolo brillante e pieno di talenti, ma l'uso sbagliato del denaro pubblico li riduce ad una folla di soggetti senza valore e senza speranza. Probabilmente questo e' il danno peggiore che queste politiche pubbliche stanno procurando.