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Cronache
Si vive di più, normale lavorare di più.Il modello pensionistico della Svezia.
Foto Facebook Mohamed Nuur

‘Un sistema pensionistico finanziariamente sostenibile e che paghi buone pensioni’ questa è la semplice ricetta che insegna uno dei padri del sistema pensionistico svedese, Edward Palmer, professore emerito all’Università di Uppsala.

 

 

In una recente intervista al quotidiano stagno ‘El Pais’, il 78 enne Palmer, che ha passato gran parte della sua vita a sostenere il sistema pensionistico e di salute pubblico svedese oltre ad accudire la figlia nata con una paralisi cerebrale, ha dato la sua idea di come dovrebbe essere un sistema pensionistico ottimale.

 

Cosa insegna il sistema pensionistico svedese?

 

‘La lezione più importante che si apprende è che è possibile creare un sistema finanziariamente stabile e che paghi buone pensioni.’

 

Detto così sembra semplice ma cosa deve essere fatto, soprattutto quando molti paesi europei hanno le persone del baby boom che ora vanno in pensione e gli indici di fertilità attuali sono molto bassi?

Si vive di più si lavora di piu'. Il sistema pensionistico in Svezia

‘Rendere sostenibile un sistema pensionistico è sempre un progetto con tempi lunghi. Per prima cosa bisogna analizzare in che momento demografico si trova il paese. Molti paesi europei si trovano in una situazione dove molte persone vanno in pensione nello stesso tempo e i governi hanno il dovere di pensare a questi momenti di punta risparmiando denaro. In Svezia, quando disegnammo l’attuale sistema pensionistico, all’inizio degli anni novanta, abbiamo risparmiato denaro pensando ai baby boomers degli anni 1945  e 1955. I nostri politici sono stati corretti. Un sistema giusto è quello che si mantiene stabile nel tempo e equilibrato con tutte le generazioni.’

 

Lavorare fino a 70/80 anni aiuterà a risolvere il problema?

 

‘Se da una parte è giusto fissare una data di ritiro è altrettanto corretto premiare economicamente chi chiede di continuare a lavorare. La longevità si sta allungando in tutta Europa e quindi la generazione che pensava di potersi ritirare a 63 anni oggi lo deve fare almeno a 68/69 anni. E’ possibile immaginare anche di continuare a lavorare ma a tempo parziale.’

 

Come funziona in Svezia il sistema pensionistico?

 

‘Ogni lavoratore ha un conto personale dedicato alla pensione che cresce in tutta la vita lavorativa. Al momento del ritiro può’ decidere , se vuole, continuare a lavorare e prendere la pensione al medesimo tempo.

E la gente  lo ha accettato.Molti svedesi lavorano oltre la pensione nei servizi sociali o nella sanità, settori che necessitano di molti lavoratori.

Dopo i sessanta anni ci si può’ perfettamente formare per fare qualcosa di nuovo. Fare un solo lavoro per tutta la vita non sempre è una buona cosa.’

Si vive di più si lavora di più. Trovare l'equilibrio del sistema pensioni

Molti giovani europei pensano che le future pensioni saranno inferiori a quelle dei loro padri. E’ vero?

 

’Succedeva la stessa cosa in Svezia. Il messaggio che abbiamo cercato di fare passare è che lavorare più tempo ti garantisce una pensione migliore. Con la nostra riforma abbiamo aumentato da 30 a 40 gli anni necessari per aver una pensione. E’ stato un cambio culturale e di mentalità. La gente ha cominciato a rendersi conto che a 50 anni non poteva pensare dir ritirarsi a giocare a golf o a bere. Per farlo avrebbe avuto bisogno di più tempo. Così abbiamo reso sostenibile il sistema. Se viviamo più a lungo perché non lavorare di più?.’

 

E quindi sta terminando il benessere svedese?

 

‘ Non credo. La miglior prova la diede 10 anni fa ’The Economist’ con un reportage sul tema. La prima pagina riportava una foto di un vichingo con casco, corna e barba dal titolo ‘il nuovo supermodello’. Adesso la vera preoccupazione è rendere sostenibile il sistema sanitario per quel gruppo di persone nate tra il 1945 e il 1955 che saranno numerose quando compiranno 90 anni. Ecco curarli tutti e bene è la vera nuova nostra scommessa’.

 

La Svezia è un paese egualitario?

 

’Si lo è relativamente. E lo è pure con i migranti. Quelli regolari, i rifugiati, che arrivano qui dalla Siria , ad esempio, si fermano e hanno un’opportunità. I loro figli entrano immediatamente nel sistema scolastico e questo permette ai genitori di lavorare. In questo modo aumenta pure la base impositiva e si creano ulteriori garanzia di finanziamento del sistema pensionistico di tutti.’

 

Migranti regolari quindi, come si pensa in Italia, potrebbero essere uno delle leve di sostegno di tutto il sistema pensionistico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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