Spagna, la folle corsa del treno deragliato: "Al macchinista tre avvisi per rallentare"

Il treno deragliato mercoledì della scorsa settimana in Spagna andava alla velocità di 179 kmh quando è uscito dai binari. E' quanto e' stato rilevato dai tracciati delle scatole nere. Dieci lunghissimi, interminabili secondi. Tanto è durato il deragliamento del treno ad alta velocita' avvenuto il 24 luglio scorso alle porte di Santiago de Compostela, in Spagna. Un tempo brevissimo eppure tragicamente lungo, durante il quale ben 79 persone hanno perso la vita e tante altre sono rimaste ferite. L'esame delle scatole nere recuperate dalla motrice del convoglio rileva "alle 20:41:06 il rumore stridente delle lamiere che strisciano lungo la linea ferrata", si legge sulla relazione che i tecnici hanno inviato alla procura di Santiago e "alle 20:41:16 il rumore termina".
Immediatamente prima del deragliamento, riferisce la relazione dei periti, il treno procedeva alla velocita' di 179 kmh, mentre due minuti prima dell'incidente, il convoglio procedeva a 199 kmh. Il macchinista, il 52enne Francisco Jose' Garzon Amo, e' stato al telefono con il capotreno, che si trovava in una delle otto vetture del convoglio, fino a 11 secondi prima dell'incidente. I tracciati hanno rilevato che Garzon e il capotreno, individuato dalla stampa in Antonio Martin Marugan, hanno parlato per 1 minuto e 40 secondi e che le loro ultime parole si possono sentire 11 secondi prima dell'incidente. La telefonata era strettamente di servizio, pare per decidere su quale binario della stazione di Santiago fare entrare il treno.
La rilevazione dei tracciati conferma dunque che il convoglio procedeva a una velocita' superiore al doppio di quella prevista nel tratto in cui e' avvenuto l'incidente, un fattore che, fin da subito, e' stato considerato come la causa piu' probabile del disastro che ha causato la morte di 79 persone e il ferimento di circa 100 passeggeri. Il macchinista del treno, imputato di omicidio colposo plurimo, e' stato al telefono fino a 11 secondi prima del deragliamento, a parlare con il capotreno, che si trovava in una delle otto vetture del convoglio, di questioni relative all'imminente arrivo nella stazione ferroviaria di Santiago de Compostela.
Il capotreno, sentito dal giudice delle indagini preliminari Luis Alaez, non si ritiene, comunque responsabile o corresponsabile dell'incidente. "Non credo di avere alcuna colpa", ha detto ai giornalisti entrando al tribunale di Santiago. L'uomo, che e' stato ascoltato come testimone e non e' iscritto nel registro degli indagati, ha detto che "sentirsi con il macchista per questioni di servizio e' una cosa del tutto normale e non puo' essere certo questa la causa del deragliamento. Si e' trattato, soltanto, di una coincidenza sfortunata, che questa telefonata avvenisse subito prima dell'incidente". Quanto al suo stato di salute, il capotreno, che la stampa individua in Antonio Martin Marugan, ha detto: "sto bene fisicamente, ma sono molto provato da un punto di vista psicologico".