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Cronache
"Terrorismo, Le Pen senza idee.Macron l'ha capito: il problema sono i giudici"

"Marine Le Pen? Non ha nessuna idea di come fronteggiare la minaccia terroristica". Alfredo Mantici, ex capo del dipartimento Analisi del Sisde, analizza in un'intervista ad Affaritaliani.it l'approccio ai temi della sicurezza dei due candidati alle elezioni francesi che si sfideranno al ballottaggio per l'Eliseo. 

Alfredo Mantici, come giudica l'esito del primo turno delle presidenziali francesi? Gli elettori si sono fatti condizionare dalla paura?
 
All'interno della sconfitta dei partiti tradizionali resta la scelta di Macron come più probabile prossimo presidente della Repubblica. Una scelta razionale che non mi pare dettata dall'emotività né da una voglia iconoclasta di distruzione. Macron è un esponente dalla borghesia illuminata, ex ministro delle Finanze. Si tratta in realtà di una scelta di stabilità conservatrice.

Quanto ha influito l'attacco di Parigi di giovedì scorso?

In qualche modo può aver influito se Marine Le Pen ha preso due milioni di voti in più rispetto alle precedenti elezioni. Ritengo però allo stesso tempo che la Le Pen abbia toccato il massimo della sua presa elettorale. Difficilmente potrà raggiungere quel 50% che le servirebbe per andare all'Eliseo.

L'attacco di Parigi dimostra che l'Isis vuole provare a influenzare il voto francese?

Toglierei del tutto di mezzo l'idea che l'Isis sia ancora in grado di organizzare attentati in Europa, perché non è copsì. Qui siamo di fronte a un singolo criminale. Il fatto che qualcuno su un sito abbia rivendicato l'attacco sbagliando addirittura il nome e la provenienza dell'attentatore non significa che l'Isis sia in qualche modo coinvolto. Poi, come sempre accade, l'Isis si appropria di questi eventi perché sa che in questo modo ci fa paura. Ci fa paura perché crediamo di essere sotto la minaccia diretta dell'Isis. Ma non è così.

E allora sotto quale minaccia siamo?

Siamo sotto la minaccia diretta di persone che credono nel messaggio dell'Isis. E' una cosa molto diversa. L'attentatore di Parigi, così come tutti gli attentatori che hanno agito in Francia, è un cittadino europeo. Questi soggetti non vengono dal Medio Oriente, sono figli della nostra società. E' il sistema mediatico che collega subito all'Isis come se ci fosse un'organizzazione diretta ma in tal modo consente solo di fare propaganda allo Stato Islamico. Il messaggio del Califfato è quello di colpire l'Europa e i crociati. In paesi come Francia, Belgio e quelli del Nord Europa il bacino di immigrati di seconda generazione è molto grande e questo consente alla propaganda jihadista di colpire molte menti estremiste.

Dunque oggi l'Isis non è più in grado di organizzare direttamente un attentato in Europa? Perché?

L'Isis sta subendo una grande sconfitta militare. E' sotto pressione sul terreno a Mosul, presto perderà anche Raqqa. I grandi luogotenenti di Al Baghdadi, compresi quelli che si occupavano di propaganda e attacchi in Europa, sono stati eliminati. Da un punto di vista organizzativo e militare l'Isis è in piena crisi e in questo momento sta principalmente pensando a difendersi sul terreno.

E' però un fatto che in Europa gli attacchi continuano. C'è una responsabilità dei servizi segreti? L'attentatore di Parigi aveva un lungo passato criminale. Poteva e doveva essere seguito e fermato?

L'attentatore di Parigi non era nella famosa fiche "S", quella dei soggetti radicalizzati e dunque potenzialmente pronti a compiere attentati terroristici. Stiamo parlando di numeri molto grandi, è impossibile controllare chiunque. Quindi non farei una polemica sui servizi, bensì una riflessione sulla capacità giuridica dei paesi europei di difendersi. In Italia siamo abbastanza all'avanguardia con l'espulsione per chi tenta di reclutare jihadisti e chi fa propaganda estremista anche online. In Francia, come in Belgio, questo non è possibile. E' l'apparato giuridico che è indietro, più che i servizi.

Se dovesse esserci un altro attentato prima del ballottaggio Marine Le Pen potrebbe davvero andare all'Eliseo?

Non credo proprio. Le Pen ha dimostrato di non capire nulla del fenomeno terroristico. Subito dopo l'ultimo attentato ha chiesto la chiusura delle frontiere ma ciò non significa assolutamente nulla: tutti gli attentatori che hanno agito in Francia erano cittadini europei. Non mi pare che in fatto di sicurezza Le Pen abbia altre strategie al di fuori della demagogia. Non credo che i francesi caschino nella sua trappola, anche se ci dovessero essere altri attentati.

Come le sembra il programma di Macron in materia di sicurezza e antiterrorismo?

Pragmatico e concreto. Macron ha parlato di interventi legislativi e sui servizi di sicurezza. L'apparato giuridico deve essere rafforzato ed essere dotato di maggiori strumenti in funzione antiterroristica. Solo così la Francia si può salvare. E credo che Macron, che sta con i piedi per terra, lo abbia capito.

twitter11@LorenzoLamperti

Alfredo Mantici è ora direttore editoriale della rivista Lookout News

Tags:
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