Cronache
Tronchetti Provera e Telecom, la tempesta sul nulla durata 12 anni

Dopo oltre un decennio Marco Tronchetti Provera, ceo di Pirelli, vede svanire anche l'ultimo dei 18 avvisi di garanzia a suo carico
di Beatrice Elerdini
Dopo un decennio abbondante di 'accanimento giudiziario' e relativa gogna mediatica, Marco Tronchetti Provera, ceo di Pirelli, che dal 2001 al 2006 ha avuto l'ardire di gestire Telecom Italia, all'alba dei suoi 69 anni, vede svanire come una bolla di sapone, anche l'ultimo dei 18 avvisi di garanzia a suo carico.
L'ennesima conferma dell'innocenza di Tronchetti è arrivata appunto i primi di gennaio: il gip Manuela Accurso Tagano ha accolto la richiesta di archiviazione, formulata dal procuratore aggiunto Giulia Perrotti, della causa contro gli allora legali di Telecom, Chiappetta e Mucciarelli, dall'accusa di falsa testimonianza per aver affermato che Tronchetti non aveva commissionato alcun illecito nell'ambito della vicenda Kroll. E' emerso addirittura che Tronchetti non avrebbe affatto ordinato alcun controspionaggio su Kroll, ma al contrario, presa coscienza dell'esistenza dei dossier a danno di Telecom, suoi e della famiglia (realizzati appunto da quella agenzia), avrebbe ordinato di consegnarli alle autorità.
La Corte d'Assise di Milano ha stabilito la totale estraneità degli allora vertici di Telecom alle attività di Giuliano Tavaroli (ex capo della security Tele-com) e soci: si è trattato di una serie di attività svolte da un gruppo di infedeli in cerca di arricchimento facile. Una storia quindi in cui Tronchetti ha svolto esclusivamente il ruolo del catalizzatore mediatico delle accuse. A spiegare nel dettaglio e con agile maestria, l'intera epopea di Tronchetti e le sue 'contraddizioni' è stato Antonello Piroso, qualche giorno fa, su 'La Verità'.
Rilevante è ad esempio, la vicenda che nel 2005, vide protagonista Luigi Grillo, senatore di Forza Italia, schierato contro la Telecom di Tronchetti. Nel luglio di quell'anno sentenziò: 'A Milano c'è un centro illegale per le intercettazioni messo a punto da Marco Tronchetti Provera. È risaputo, lo scrivono i giornali', naturalmente Tronchetti si difese sostenendo che quelle fossero falsità e lo querelò. Il fatto 'curioso' è che Grillo venne assolto perché 'la notizia era stata diffusa dai media, in modo così capillare e reiterato da coinvolgere in una suggestione collettiva anche molti settori delle istituzioni', scriveva il Pm Fabio Leone. In conclusione il senatore è stato ritenuto 'innocente, perché la campagna mediatica era stata tale da generare l'opinione che la circostanza incriminata fosse un fatto notorio certamente accaduto'. In buona sostanza Tronchetti aveva ragione, tuttavia, Grillo viene prosciolto 'per carenza dell'elemento soggettivo', ovvero ha torto, l'ha sparata grossa, ma non per colpa sua (tutta colpa dei media), quindi 'guiridicamente' vince lui.
Le vicende con le relative contorsioni informative e giuridiche a carico di Tronchetti si susseguono per oltre dieci anni: il ceo di Pirelli non ha mai smesso di difendersi e quello che ne emerge ad oggi, è che su Telecom si è scatenata una vera e propria tempesta mediatica, con la complicità di Tavaroli & Co.
Emblematica e quanto mai esaustiva è la dichiarazione dello stesso Tavaroli, dinanzi al gip nel 2007: 'Che vi devo dire? Che Tronchetti è un delinquente? Ma non è vero. Non riesco. Non mi viene. Mi piacerebbe, ma non glielo posso dire. Non ho idea di (suoi) illeciti. Anzi tutto il contrario. Mi ha sempre chiesto di operare nella tutela della legalità'.