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Cronache
Uccide la moglie con il rasoio: le due ore di agonia e la lettera d'addio
Rossella Cominotti e Alfredo Zenucchi

La Spezia, uccide la moglie con il rasoio. Trovata una lettera d'addio: "Il nostro amore sarà eterno"

Rossella Cominotti, la donna di 53 anni uccisa dal marito 57enne Alfredo Zenucchi in un delirante proposito di omicidio-suicidio tuttora senza movente, è morta la sera del 6 dicembre nella camera dell’antica Locanda Luigina a Mattarana, in provincia della Spezia. L’uomo l’ha vegliata quindi 36 ore prima di lasciare l’albergo la mattina dell’8 dicembre, quando alle 8.53 è scattato l’allarme al 112, una volta trovato il corpo senza vita con ferite alla gola e ai polsi da un addetto alle pulizie.

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È l’agghiacciante particolare emerso durante l’interrogatorio, durato quattro ore, effettuato dal pubblico ministero Elisa Loris con i carabinieri del nucleo investigativo della Spezia, alla presenza dell’avvocato difensore Alberto Rimmaudo del foro di Massa. A conferma che marito e moglie, sposati dal 9 marzo scorso, avevano intenzione di farla finita insieme, c’è una lettera di quattro righe scritta presumibilmente da Rossella e firmata anche da Alfredo, rinvenuta nella camera. "Il nostro amore sarà eterno", "non potete capire" e "non vogliamo clamore" alcune delle frasi contenute. Nessun riferimento al movente: non sarebbe quello economico perché l’edicola non aveva debiti, pur non andando bene. La lettera è un documento importante e la procura disporrà la perizia calligrafica per stabilire che sia stata scritta veramente da Rossella e firmata anche dal marito. Confermato che la coppia era arrivata a Mattarana venerdì 1 dicembre, dopo aver chiuso l’edicola di Bonemerse in provincia di Cremona. Avevano circa 700-800 euro.

"Una coppia isolata e chiusa in se stessa", la tratteggia l’avvocato Alberto Rimmaudo, definizione che fa il paio con ciò che si coglie nei luoghi dove i due hanno vissuto. Entrambi si erano allontanati dalle rispettive famiglie di origine. Cominotti aveva mantenuto i rapporti con un’unica zia, Francesca Schiroli, che sentiva con una certa regolarità, ma che solo per caso, persino lei, aveva saputo del matrimonio. Zenucchi e Cominotti si erano conosciuti nel 2021 in un bar a Cremona. In quel periodo l’uomo lavorava per la cooperativa Il Cerchio, nel settore del facchinaggio. Dalla Bergamasca se ne era andato da molto prima, "saranno almeno quindici anni" si sforza di fare mente locale un vicino di casa cinquantenne, che chiede riservatezza sul suo nome "per rispetto della sorella, una gran brava persona. Qui nessuno parla di Alfredo non per omertà — aggiunge —, ma perché non frequentava il paese. Era schivo, non parlava mai". In un bar se lo ricordano giusto come portiere nella squadra di Leffe, da ragazzo.

In questi ultimi nove mesi, dalle nozze in avanti, sembra che il mondo della coppia fosse ruotato attorno all’edicola di Bonemerse, rilevata a gennaio con tanto di articolo sulla stampa locale. "Non andava bene, ma non erano oppressi dai debiti", precisa l’avvocato Rimmaudo per smentire l’ipotesi di un movente economico. I carabinieri, che venerdì l’hanno perquisita, l’hanno trovata in perfetto ordine, con il retrobottega arredato per dormirci in caso di necessità. Ed essere pronti, all’alba, per la consegna dei giornali.

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