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Cronache
Vaccino: Regione Lazio alla prova Tar. Rinvio del richiamo si discute domani

Davanti al Tar del Lazio pende il ricorso depositato da un gruppo di cittadini, per lo più anziani e già con altre patologie, contro la decisione della Regione di far slittare la seconda dose del vaccino Pfizer da 21 a 42 giorni dopo la prima, così da inoculare più persone con almeno una iniezione, visto che al momento mancano dosi del siero tedesco-americano. Domattina alle 9.30 i legali sono convocati in via Flaminia.

Il che vuol dire che è possibile ci sia un verdetto lampo sulla faccenda. Il quale, peraltro, costituirebbe un precedente anche nei confronti delle altre regioni che hanno preso una decisione analoga sul rinvio della seconda dose. Nel frattempo gli avvocati Nicola Elmi e Vincenzina Salvatore hanno reso noto il merito del ricorso al Tar del Lazio per chiedere la sospensione del provvedimento con cui la Regione ha stabilito di posticipare il richiamo del vaccino, che interessa i cittadini nella fascia dei 60/69 anni e 70/79 anni, i fragili e/o relativi caregivers. Francesco Iacovone, il sindacalista del Cobas nazionale che per opporsi a questa scelta della Regione ha iniziato uno sciopero della fame, spiega: "I legali ci hanno inviato il merito del ricorso: secondo la Regione Lazio lo slittamento è frutto del 'recepimento' della nota del Ministero della Salute del 5 maggio 2021. Una comunicazione quest'ultima che si limita a trasmettere lo stralcio di una riunione del Comitato tecnico Scientifico (organo consultivo e non decisionale del Governo) secondo il quale sarebbe raccomandato 'un prolungamento nella somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima dose'".

Tuttavia, continua Iacovone citando gli avvocati, "l’ampliamento dell’intervallo temporale, peraltro, è in contrasto con il principio di massima cautela, che dovrebbe ispirare tutte le valutazioni e le decisioni assunte in materia di salute. Ma potrebbe configurare la violazione: i.) dei diritti della persona (artt. 2, 13 e 32 della Costituzione); ii.) del c.d. 'consenso informato', inteso come sintesi di due diritti fondamentali dell’individuo: il diritto all’autodeterminazione ed il diritto alla salute; iii.) del legittimo affidamento dei cittadini; iv.) dell’art. 445 codice penale. Il provvedimento, infine, sembra legittimare un uso 'off-label' del vaccino. Una metodologia sperimentale consentita solo a fini 'compassionevoli'. Sono al secondo giorno dello sciopero della fame, e ringrazio il Senatore Francesco Giro di Forza Italia per il sostegno al nostro ricorso contro rinvio richiamo Pfizer e la piena solidarietà espressa alla mia persona per lo sciopero della fame, che ho appreso dalle agenzie stampa. Non posso non notare che l'Assessore D'Amato, invece, ha smesso di rispondere alle mie telefonate e ai miei messaggi, un modo di fare che denota la mancanza di ogni comprensione per le migliaia di cittadini fragili esposti a uno stress psicologico feroce, causato dalla sua scelta", conclude Iacovone.

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