Dai sigilli rotti alla papamobile per Gaza: la fine del regno di Francesco, il santo Padre entrato già nella storia  - Affaritaliani.it

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Dai sigilli rotti alla papamobile per Gaza: la fine del regno di Francesco, il santo Padre entrato già nella storia 

Jorge Mario Bergoglio entra negli annali e nella Storia, non appartiene più alla cronaca ma a Dio. L'analisi

Di Antonino D’Anna

Vaticano, i sigilli rotti e la fine di un regno 

Un Papato è anche un regno, e come tale ha dei simboli. Due, in particolare, certificano la sua fine: la rottura dell’anello piscatorio, l’anello che ricorda al pontefice regnante di essere un pescatore di uomini come Cristo comandò a Pietro; l’altro rappresenta il suo potere, o meglio, la sua applicazione del potere, la sua potestà piena, suprema e immediata contro la quale non è ammesso ricorso da parte di alcuno. Uno dei segni d’Assoluto che si fa assoluto (nel senso di potere) è dato dal sigillo papale. 

Anche questo è stato rotto in presenza dei cardinali alla Congregazione generale odierna, e diciamo “rotto” perché sostanzialmente su entrambi si traccia una X con un punteruolo, in modo tale da sottolineare che questi due simboli sono ormai annullati. È finito tutto, Francesco è consegnato totalmente agli annali della Chiesa: se si prega per lui lo si può fare con una Messa di suffragio ma non si prega più per lui nella Messa, durante la Preghiera eucaristica; la fila in Santa Maria Maggiore continua a mantenersi su un buon ritmo e chissà che tra qualche mese non si cominci a parlare di miracoli del Papa argentino che, come molti suoi predecessori probabilmente sarà Santo.

Per adesso, se guardiamo al XX secolo, i Papi rimasti senza aureola sono Leone XIII, morto nel 1903, Benedetto XV (1914-1922), Pio XI (1922-1939), Pio XII (per quanto il processo di canonizzazione sia in corso ma, è bene dirlo, è importante che sia chiarito il suo ruolo in tema di Shoah, e su questo permane al momento un dibattito con la Comunità ebraica). Se veniamo a questo secolo, Benedetto XVI (2005-2013) e Francesco (2013-2025) al momento non lo sono: ma non sarebbe difficile prevedere una canonizzazione per entrambi, magari insieme come fu per Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.

Vedremo. Jorge Mario Bergoglio entra negli annali e nella Storia, non appartiene più alla cronaca ma a Dio, se ovviamente uno è credente; resta ora il tempo che separa queste righe che scrivo oggi, appena 24 ore prima dell’extra omnes, il “Fuori tutti” che il cerimoniere vaticano (meglio: Maestro delle cerimonie pontificie), l’Arcivescovo Diego Giovanni Ravelli, impartirà davanti alle telecamere di tutto il mondo e poi toccherà al comignolo della Sistina dirci che cosa sarà successo.

Mentre tutto questo si compie, giunge la notizia che Francesco abbia disposto di far modificare la Papamobile affidata a Caritas Gerusalemme perché possa essere usata a Gaza come unità medica mobile. Un gesto che si potrebbe commentare anche da un punto di vista politico, delle opinioni e delle idee del defunto pontefice in tema di Medio Oriente. Ma ormai è tempo di lasciarlo andare.