Cronache
Venezia, il giudice grazia un profugo: "E' ben integrato, resta in Italia"

La sentenza del tribunale di Venezia impedisce il rimpatrio di un giovane maliano: "Sarebbe un danno sproporzionato alla sua vita privata"
"Se dovesse essere rimpatriato si arrecherebbe un danno sproporzionato alla sua vita privata". Così ha deciso il tribunale di Venezia che ha accolto il ricorso di un ragazzo del Mali che nel 2017 aveva ricevuto il rifiuto da parte della commissione territoriale di Verona, dopo aver richiesto il riconoscimento della protezione internazionale. Il giovane africano potrà restare in Italia perché si è integrato bene anche se non ha i requisiti per ottenere lo status da rifugiato.
Il giudice spiega che il ragazzo non può essere considerato un rifugiato perché non è "oggetto di persecuzione per razza, religione o appartenenza a un determinato gruppo sociale" e aggiunge che "né in altro modo le circostanze fanno emergere la sussistenza di un danno grave in caso di rientro in Mali, cioè il rischio verosimile di essere sottoposto a pena capitale o a trattamenti inumani o degradanti". Ma secondo il tribunale di Venezia il ragazzo "ha dato prova di una perfetta padronanza della lingua italiana e per ciò stesso di una seria capacità d'inserimento".
Non è tutto. "Ha dimostrato di essere occupato a tempo pieno in molteplici attività lavorative, dalla vigilanza al lavoro in ristorazione e in agricoltura, di aver frequentato e concluso la scuola secondaria, oltre allo svolgimento di volontariato e di essere in procinto di acquisire la patente", conclude il giudice di Venezia.