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Cronache
Verbania, 800 brasiliani ottengono cittadinanza italiana falsa. 6 arresti

7.000 euro per un tour sul Lago Maggiore con pacchetto all inclusive che comprendeva: soggiorno, degustazione di prodotti tipici, cittadinanza italiana (con avi italiani annessi), falsi certificati di nascita e foto ricordo davanti al municipio del nuovo Comune di residenza. Si tratta di 800 brasiliani a cui verrà annullato il passaporto comunitario dopo che la squadra mobile di Verbania ha scoperto un business di circa 5 milioni di euro basato sulla falsificazione delle origini di famiglie brasiliane, facendo figurare la presenza di avi italiani, in realtà mai esistiti. Questo traffico di passaporti è stato gestito da i titolari di un’agenzia viaggi del posto, brasiliani anche loro.

A finire in manette sono state 6 persone: due coppie, residenti rispettivamente nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola e a Domodossola, più un ventiduenne e un parroco di Padova. Le accuse ascritte alle coppie sono di falsi ideologici in atto pubblico, mentre per il giovane pende l’accusa di corruzione. Reato che ha coinvolto un parroco perché avrebbe accettato, per poche decine di euro, di falsificare un certificato di battesimo che provasse l’origine italiana dell’avo di un brasiliano che aveva fatto richiesta di cittadinanza. L’indagine è nata circa due anni fa, quando il sindaco di Macugnaga, che si era insospettito per l’impennamento di brasiliani che richiedevano e ottenevano la cittadinanza nel suo paese, aveva fatto un esposto.

I titolari delle agenzie di viaggio gestivano una sessantina di appartamenti dislocati in ben 34 Comuni fra Novara e Verbania, all’interno del quale ospitavano i connazionali che richiedevano la cittadinanza, affinché la polizia locale verificasse la loro residenza. Finite le pratiche di cittadinanza, i clienti, in maggioranza, lasciavano il posto per recarsi in altre destinazioni, sia all’interno dell’Unione europea che negli Stati Uniti, dove essendo italiani, avevano maggiore facilità a entrare. Il sistema pare che abbia fruttato all’organizzazione guadagni milionari. Fra i clienti degli arrestati c’era anche uno dei giocatori della Chapecoense, la squadra quasi tutta sterminata da un incidente aereo nel 2016 in Colombia, il giovane giocatore risultava residente nel comune di Ossola.

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