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Giallo di Villa Pamphili, "la bimba soffriva la fame". Test sull’avvelenamento della donna
Madre e figlia morte a Roma, il mistero dell’identità

Madre e figlia trovate morte nel parco di Villa Pamphili (Foto Lapresse)
Giallo di Villa Pamphili, si cercano notizie in ostelli e mense per poveri
Resta un giallo la morte di madre e figlia, trovate senza vita nel parco di Villa Pamphili a Roma sabato scorso. Non si scarta nessuna ipotesi e continua la caccia all'uomo che potrebbe aver ucciso la piccola, visto che sul suo corpo ci sono segni di violenza. Più incertezze intorno alla morte della donna, avvenuta diversi giorni prima. Un avvistamento alla mensa di Sant’Egidio e un test per risalire a eventuali avvelenamenti sono le ultime due speranze degli investigatori di risolvere il giallo. Di sicuro - riporta Il Corriere della Sera - la piccola stava soffrendo la fame, perché l’autopsia ha svelato che il suo stomaco era vuoto da tempo. E chi l’ha uccisa potrebbe aver placato con la violenza il suo pianto inconsolabile.
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La squadra mobile sta passando al setaccio tutte le mense e i centri di accoglienza della Capitale per verificare l’eventuale passaggio della mamma e della bambina, forse accompagnate anche da un uomo, la cui paternità resta da verificare. Altri tentativi sono ancora in corso per monitorare gli accessi in altri centri di accoglienza per clochard: l’ipotesi è che l’uomo, insieme alla madre e alla bambina, possano aver chiesto almeno un pasto o un rifugio per alcuni giorni durante la loro permanenza a Roma.
Quanto all’avvelenamento, - prosegue Il Corriere - si tratta di un’ipotesi per escludere l’ultima delle cause possibili che non sia la morte naturale per la donna di circa 30 anni, bionda, alta 164 centimetri e con 58 chili di peso, della quale finora si conoscono solo i quattro tatuaggi e la data presunta della morte, circa una settimana fa. L’esame tossicologico ha escluso abuso di sostanze di qualsiasi tipo (droghe, farmaci) e l’autopsia ha sgombrato il campo da cause violente o infarto.