Furto reliquia Wojtyla: ritrovata a L'Aquila
Svolta nelle indagini sul furto sacrilego compiuto la scorsa settima nel santuario della Ienca dedicato a Papa Giovanni Paolo II. La polizia ha fermato due giovani aquilani che hanno confessato di essere gli autori della profanazione. Nell'ex clinica psichiatrica di Santa Maria di Collemaggio, nei pressi del Sert, gli investigatori hanno rinvenuto, interrati, la teca priva della reliquia del pontefice e la croce. I fermati sono un 23enne e un 24enne che la polizia aveva posto in stato di fermo per una rapina compiuta qualche giorno fa al terminal bus di Collemaggio, dove il cassiere della biglietteria fu aggredito con un pugno al volto. Sarebbero stati loro, poi, a confessare il furto sacrilego. Il pm David Mancini ha disposto che entrambi vengano interrogati congiuntamente da carabinieri e polizia. Sul posto, oltre al magistrato, sono arrivati il parroco del santuario,Jose' Obama e il presidente dell'associazione San Pietro della Ienca, Pasquale Corriere. Il rinvenimento della reliquia, un pezzettino di stoffa intrisa del sangue dell'abito del pontefice quando rimase vittima dell'attentato a piazza San Pietro, il 13 maggio 1981, potrebbe essere questione di ore.
Si era molto parlato di pista satanica legata alla scomparsa di queste reliquie. Il giorno del furto, infatti, coincide nel calendario satanico con l'inizio del dominio del demone Volac, evocato dal 25 al 29 gennaio, periodo nel quale rientrano anche il ricordo sacrilego e il risvolto satanico dell'olocausto nazista nella Giornata della Memoria, per preparare il capodanno di Satana che si celebra il primo febbraio. Secondo gli adoratori del diavolo - aveva spiegato nei giorni scorsi il coordinatore nazionale dell'osservatorio Antiplagio, Giovanni Panunzio, insegnate di religione - tale data rappresenta la nascita, le origini: quindi in questa fase dell'anno il sangue e la croce sono oggetti emblematici da profanare, sia per la religione cattolica che per quella ebraica. Il mercato dei simulacri religiosi nelle sette sataniche e' particolarmente fiorente e i simboli sacri senza un particolare valore artistico, ma unici, come quelli trafugati a L'Aquila, vengono pagati decine di migliaia di euro.