Yara, sarà riesumata la salma del presunto padre dell'assassino
Svolta a sorpresa negli ultimi giorni di indagini sul sequestro e l'omicidio di Yara Gambirasio. E' stato infatti deciso di riesumare la salma di quello che si ritiene essere il padre dell'assassino. Le indagini sul Dna ritrovato sul corpo della ragazzina hanno infatti portato a ritenere che il padre dell'omicida sia un autista di Gorno, in Val del Riso, morto nel 1999.
Un figlio che però l'uomo avrebbe avuto al di fuori del matrimonio, con una donna di cui non si è ancora scoperto l'identita'. Su pressione del perito di parte in vista della chiusura delle indagini prevista per il 26 febbraio, la Procura ha deciso di riesumare la salma dell'uomo, per poter prelevare dei campioni di Dna ed essere sicuri della validita' della pista. L'operazione dovrebbe essere compiuta in tempi brevi.
NAPOLITANO-PROCURA: LA LETTERA
"Non c'è stata carenza di collaborazione o di notizie" tra inquirenti e la famiglia di Yara Gambirasio, lo scrive il procuratore generale di Brescia Guido Papalia, rispondendo al presidente Napolitano. Il presidente Iaveva sollecitato informazioni sulla vicenda dopo l'accorata lettera della madre di Yara. Era stata la stessa Maura Panarese, a scrivere a Giorgio Napolitano, lamentandosi di una scarsa collaborazione da parte della Procura di Bergamo nelle indagini con il legale e il genetista nominati dai famigliari.
La lettera, dello scorso 11 dicembre, a firma del segretario generale della Presidenza, Donato Marra, al pg, preso atto delle lamentele di Maura Panarese, concludeva: "Sarò grato se, nell'ovvio rispetto della normativa vigente in materia, vorrà fornire ogni utile e consentita notizia sulla vicenda giudiziaria". Un invito, quindi, al procuratore generale di Brescia, che "sorveglia" tutte le indagini nel distretto di Corte d'appello, a fornire al Quirinale ragguagli sull'effettiva esistenza di questa incomprensione tra parte offesa e inquirenti.
Per il Pg, che ha raccolto informazioni dal procuratore di Bergamo, Francesco Dettori, e dal pm titolare dell'inchiesta, Letizia Ruggeri, questa carenza non c'è stata: "I colleghi di Bergamo - ha spiegato Papalia - mi hanno assicurato che tutte le informazioni possibili sono state fornite alla famiglia Gambirasio e di essere sempre disposti ad accogliere i suggerimenti della famiglia. Così come mi hanno assicurato come prosegue l'impegno nelle indagini che non è mai venuto meno".