Culture
A breve si scoprirà la cinquina del Premio Strega 2025: vi raccontiamo i dodici romanzi in gara
I libri rientrati nella dozzina e le interviste agli autori: lo speciale di Affaritaliani.it sul Premio Strega 2025

5) Incompletezza. Una storia di Kurt Gödel di Deborah Gambetta (Ponte alle Grazie)
Con Incompletezza. Una storia di Kurt Gödel, edito da Ponte alle Grazie, Deborah Gambetta realizza un’opera narrativa che sfugge a ogni classificazione convenzionale. Tra memoir, biografia e saggio speculativo, l’autrice tesse un racconto che non si accontenta di narrare una vita, ma tenta di restituire l’eco di un’intelligenza che ha attraversato i confini del pensiero matematico e della logica formale, imprimendosi nella storia della conoscenza come un sigillo indelebile.
L’incontro con Gödel avviene per la narratrice in un momento di lacerazione intima: un amore tormentato la lascia svuotata, alla ricerca di un’ossessione capace di salvarla. È così che la figura del genio moravo – autore dei famosi teoremi sull’incompletezza – diventa bussola e specchio. Ma per raccontarlo, Gambetta comprende presto che non basta seguirne la cronologia. Bisogna penetrare l’essenza, sondare l’abisso dove logica e mistero convivono.

L’autrice affronta questa sfida con metodo e passione: studia per anni, si immerge nei testi, assorbe il linguaggio austero dei simboli matematici, finché la vita di Gödel – schiva, ossessiva, ritratta – si svela nella sua irriducibile singolarità. Non c’è avventura nel senso tradizionale, ma un lento e costante lavorìo interiore: l’infanzia interrogante, i silenzi del Circolo di Vienna, il rapporto simbiotico con la moglie Adele, la complicità con Einstein, la fuga dal nazismo, l’isolamento a Princeton.
Deborah Gambetta intreccia la propria voce con quella del suo oggetto di studio, senza mai oscurarne la complessità. Le formule diventano elementi narrativi, i teoremi si trasformano in metafore di esistenza. La scrittura, limpida e ardente, accompagna il lettore in un’ascesa che è insieme razionale e poetica. Le pagine dedicate alla dimostrazione dell’indimostrabilità – vertice del pensiero gödeliano – sono anche un atto di fede nella letteratura come mezzo per avvicinare ciò che sfugge.
La biografia diventa, così, viaggio iniziatico. Gödel non è un semplice personaggio, ma una presenza che esige ascolto e dedizione. Il suo corpo fragile, afflitto da paure e deliri, non annulla ma amplifica la sua grandezza: come se il prezzo della lucidità assoluta fosse la progressiva dissoluzione del quotidiano.
Nel costruire questo libro, Gambetta non solo restituisce una delle menti più influenti del XX secolo, ma ci parla anche del potere della scrittura di disinnescare il caos, di ordinare il dolore, di cercare risposte dove sembrano non esserci. Incompletezza è, in definitiva, un’opera che unisce rigore e lirismo, teoria e emozione, consegnando al lettore una narrazione che è anche un’equazione dell’anima.

Intervista all’autrice
Come è avvenuto il suo “incontro” con Gödel e perché ha voluto raccontarne la storia?
“È avvenuto per caso, come accade per quasi tutte le storie che a un certo punto decidi raccontare. Ho incontrato Gödel in momenti successivi, leggendo di lui su libri che non necessariamente parlavano di matematica.
Prima di capire di volerlo raccontare c’è stata una lunga frequentazione, come volessi prendergli le misure. Esattamente come succede nei rapporti che intrecciamo nella vita reale, dovevamo entrare in intimità. Quando mi sono resa conto che alcuni aspetti di lui risuonavano in me – le sue fragilità, la sua incapacità di relazionarsi col mondo, le sue idiosincrasie, certe manie – allora è nata l’esigenza”.
Quali sono le tematiche che trova più attuali e urgenti nella storia che ha raccontato?
“La volontà di indagare, capire e decifrare la complessità del mondo. Che non necessariamente deve portare a un esito esaustivo. A volte temo, soprattutto di questi tempi in cui ogni discussione è polarizzata, che si sia persa questa capacità di vedere le sfumature”.
Come sta vivendo questo momento speciale?
“Da persona che non ama stare sotto i riflettori la vivo con un po’ di ansia. Sono però felice di essere nella dozzina dello Strega, non me lo aspettavo con un libro come il mio. Cerco di vivere il momento”.