A Milano impazza la febbre di Leonardo - Affaritaliani.it

Culture

A Milano impazza la febbre di Leonardo

di Raffaello Carabini

Leo über alles. Non ci sono dubbi che il personaggio dell'anno nel capoluogo lombardo sia il genio toscano, ospite alla corte degli Sforza oltre mezzo secolo or sono eppure ancora protagonista amatissimo in città e provincia. Ultimi eventi a ricordarcelo l'apertura della mostra "Sotto il segno di Leonardo" presso il Museo Poldi Pezzoli e l'esposizione de "La bella principessa" alla Villa Reale di Monza.

La prima valorizza le collezioni permanenti del Museo evidenziando un percorso delle opere realizzate per la corte degli Sforza. Da un lato tessuti di seta preziosissima e splendida oreficeria, smalto traslucido e dipinto, pietre e metalli preziosi finemente lavorati, rarissimi paliotti in velluto e meravigliosi tessuti in seta e oro, numerosi dei quali non esposti per ragioni conservative. Dall'altro testimonianze preziose dell'influenza del vinciano sull'arte milanese del periodo, tra cui un bronzetto, un "Guerriero con scudo" accovacciato sotto gli zoccoli di un cavallo, che riprende un disegno di Leonardo preparatorio per il monumento equestre di Francesco Sforza, e la magnifica "Madonna della rosa" di Giovanni Antonio Boltraffio, primo allievo di Leonardo a Milano, la "Madonna con il Bambino" di Giampietrino con l'affascinante Icosidodecaedro regolare, complesso solido disegnato dallo stesso Leonardo sul retro, e il recentemente restaurato "Riposo durante la fuga in Egitto" di Andrea Solario, ritenuto da Gian Giacomo Poldi Pezzoli l'opera più importante della sua collezione.

La seconda propone un unico pezzo, la magnifica pergamena di 23 x 33 cm, su cui con inchiostro e gesso il Maestro - secondo molti autorevoli studiosi - disegnò il ritratto di Bianca Sforza, sposa di Galeazzo Sanseverino, bellissima, delicata, di profilo, con i capelli elegantemente raccolti in una reticella. Realizzata su una pagina de "La Sforziade", incunabolo stampato a Milano nel 1490 e conservato a Varsavia, "La bella principessa" è stata acquistata in una galleria di New York per soli 19mila dollari dal milionario Peter Silverman. La conferma (quasi) definitiva dell'attribuzione è stata data dal ritrovamento con una fotocamera multispettrale di un'impronta digitale compatibile con altre conosciute di Leonardo. La proposta monzese, come l'altra, chiuderà i battenti con la fine del mese di settembre.

Inutile aggiungere che è assolutamente premiata la coda che si deve sopportare a Palazzo Reale per poter accedere alla imperdibile mostra "Leonardo Da Vinci 1452-1519. Il disegno del mondo", che ha avuto a oggi quasi 150mila visitatori. Cinque anni di preparazione, studio e negoziazioni, tra prestiti illustri e "gran rifiuti", costata oltre quattro milioni di euro e con due miliardi e mezzo di valori assicurati, è la più grande monografica intitolata al genio vinciano dai tempi della leggendaria retrospettiva del 1939.
La scelta del disegno come filo conduttore è perfetta per capire non solo il percorso artistico di Leonardo ma anche il suo pensiero, il talento multiforme, l'inarrestabile sperimentalismo, la capacità di interpretare la tradizione, l'interesse costante per ogni forma dello scibile. Acquerellato, a pennello su tela di lino, punta d'argento su carta preparata, matita nera o rossa, carbone o biacca, diventa un processo di indagine della natura, dei moti dell'animo, dei fenomeni fisici. Tra i cento disegni anche il celeberrimo "Uomo vitruviano", che esce per la prima volta dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia, e 30 prestiti della regina d'Inghilterra, mentre le opere sono sette, un terzo di quante ne ha siglate Leonardo.
Tutte magnifiche: la "Madonnna Dreyfus" dalla National Gallery di Washington, il "San Gerolamo" della Pinacoteca Vaticana, il "San Giovanni Battista", la piccola "Annunciazione" e "La Belle Ferronnière" (che non è come letteralmente direbbe la denominazione con cui è universalmente nota "la bella moglie di un mercante di ferramenta", bensì Lucrezia Crivelli, amante di Ludovico il Moro, con la fronte adornata dalla "ferronnière", la catenella) dal Louvre, il "Ritratto di Musico" dall'Ambrosiana e la "Scapiliata" della Galleria Nazionale di Parma. E pensare che nella lettera di autopresentazione inviata a Ludovico il Moro intorno al 1482 come curriculum delle proprie qualità Leonardo elencò la propria abilità artistica solo al decimo punto, dietro tutte le sue molteplici capacità in ambito tecnico e ingegneristico.

Un suggerimento-raccomandazione finale: prima di visitare la grande mostra di Leonardo non mancate quella dedicata all'"Arte lombarda dai Visconti agli Sforza", aperta fino al 28 giugno nello stesso Palazzo Reale, perfetta illustrazione della magnificenza della corte che lo accolse e insieme dimostrazione di come solo un genio assoluto avrebbe potuto cambiarne il paradigma artistico di riferimento.