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Culture
Alessio Di Cosimo presenta "Tizzo, storia di un grande campione"

“Ho scelto di fare l’imprenditore per essere libero di mettere in pratica la mia arte, la mia passione per lo spettacolo”. Incontro  Alessio di Cosimo, classe 1985, attore, autore e regista di spettacoli teatrali e documentari nel suo locale “Polpetta” al Gazometro (una delle strade dello street food di Roma) dove ha da poco festeggiato la fine delle riprese della sua ultima fatica: il docu-film "Tizzo, storia di un grande campione" co-prodotto da Maestro Production e Inthelfilm  di cui è protagonista il campione del mondo dei pesi leggeri Emiliano Marsili. Alessio è un esempio di “self – made man”, un giovane che ha da sempre prodotto e realizzato i suoi progetti seguendo solo il file rouge della sua passione. Ha la luce negli occhi quando parla di questo nuovo progetto e dell’incontro con il pugile eroe. “Mi ha colpito il suo sguardo dolce, l’aspetto insolito rispetto al classico cliché del pugile stonato. Emiliano ha un viso pulito da persona per bene, di chi ha saputo lottare per la sua passione.”

Com’è nata la genesi di questo suo nuovo documentario?

E’ stata Francesca Piggianelli  a darmi l’idea sapendo che sono un amante e praticante del pugilato. Abbiamo incontrato Emiliano a Cinecittà e mi ha colpito la sua storia. Pensi che mentre eravamo lì c’era Ben Stiller impegnato sul set nelle riprese di un film. La star hollywoodiana  lo ha riconosciuto, ed venuto a salutarlo fra lo stupore di tutti. Negli States il pugilato è uno sport molto seguito e Tizzo ha una notorietà che in Patria non sempre gli riconoscono.

E’ un film biografico su questo campione?

Non solo. Vuole anche raccontare la storia di un grande uomo, del suo sogno e dei sacrifici che ha affrontato lungo il suo percorso. Emiliano è una sorta di eroe: a 16 anni è entrato in palestra per combattere e dopo solo sei mesi era già campione italiano. e’ uno dei migliori pugili degli ultimi vent’anni con 34 match da professionista e nessuna sconfitta. Premiato di recente dal Presidente del Coni e dal Presidente del Consiglio con il Collare d’Oro come onorificenza dello sport italiano.
Ma, nonostante i suoi successi sul ring, per vivere è costretto a lavorare nel porto di Civitavecchia come scaricatore. Si allena fra un turno e l’altro e i colleghi portuali fanno tifoseria lo amano e lo seguono in ogni suo combattimento.  Spero che questo film sia un messaggio positivo ai giovani: anche dal nulla, attraverso lo sport, l’arte o qualsiasi altra forma di passione, ognuno può raggiungere qualsiasi obiettivo vorrà porsi ed affrontare.

alessio di cosimo
 

A che punto è il documentario, quando potremo vederlo?

E’ in fase di post produzione. L’intento è di proporlo al mercato internazionale.

Si dice che sia in predicato per il prossimo festival di Cannes?

Non ho notizia di questo ma posso dire che l’intento della produzione è di puntare al mercato americano. Negli USA il pugilato è uno sporto molto importante e la storia di Tizio può avere grande appeal.

Lei è portato per i temi  sociali. Ha avuto molto successo con “Rosa”, un cortometraggio sugli anziani.

Si “Rosa” è il ritratto di uno spaccato sociale; quello delle case di riposo per anziani. E’ una romantica storia d’amore tra due anziani ospiti. Ho avuto  la fortuna di dirigere un nome importante del cinema italiano come Renato Scarpa ma la cosa che mi ha più colpito è stato l’entusiasmo con cui queste persone mi hanno accolto, dell’allegria che ho donato loro durante le riprese. Il cortometraggio ha vinto diversi premi fra cui quello come miglior cortometraggio al festival internazionale Salento Finibus Terrae. Amo le tematiche sociali perché credo che il teatro ed il cinema debbano anche far riflettere. Nel 2013 ho scritto, interpretato e diretto un corto sul gioco d’azzardo perché sentivo di dover affrontare questo tema. Ho individuato tre storie vere di persone cadute nella trappola del gioco d’azzardo patologico. Grazie alla collaborazione con il Comune di Roma il corto è stato proiettato nelle scuole.

Come ha scoperto la vocazione per il mondo dello spettacolo?

Fin da piccolo. A 15 anni ho iniziato come animatore nei villaggi turistici con spettacoli di cabaret poi a 19 anni mi sono iscritto al Dams di Roma Tre. A 25 ho frequentato un corso di dizione all’accademia ed ho debuttato con il mio primo spettacolo dal titolo “meglio di così”. Ho realizzato 4 commedie ed un testo drammatico per il teatro. Sono stato due anni in scena al Delle Muse nel ruolo di Romeo in “Sogno di mezz’estate” e al Teatro Cometa Off di Roma con una commedia da me scritta, diretta e interpretata dal titolo “Mio padre è sempre mio padre”

Progetti?

Sono in procinto di girare un primo lungometraggio come regista del quale sono anche autore della sceneggiatura.

Di cosa si tratta?

Il titolo sarà “Generazione di Fenomeni”, prodotto da Inthelfilm, è un film on the road e si svolge fra Roma e le Marche. Narra la vicenda di un nonno che, insieme ad altri anziani, compie un viaggio con il nipote per trasmettere il coraggio della sua generazione al nipote; passare il testimone ad uno dei tanti giovani di oggi che non ha la felicità ma che non fa nulla per cercarla.

C’è qualcosa di autobiografico?

Si, in effetti, provo molto simpatia per la generazione dei nostri nonni di quelle persone che hanno affrontato la vita con coraggio in un periodo storico difficile, dopo la guerra. Noi saremo nonni diversi, senza grandi valori da trasmettere. Ora che ho perso mia nonna ho il rimpianto di non avere prestato maggiore attenzione alla sua memoria storica, alla sua saggezza, ai suoi racconti.

Il film vuole essere un messaggio per i giovani?

Non solo, è un messaggio per tutti. Un tributo, un riconoscimento al  valore della generazione che ha contribuito a fare grande il nostro Paese, lottando per gli ideali.  

Sei nato come attore, tornerai a recitare?

Forse,  se mi proponessero un ruolo al quale non poter rinunciare. In passato sono stato deluso dalle parti che mi proponevano e dall’ atteggiamento dei registi verso gli attori durante i provini.

Hai un attore o regista di riferimento?

Si ho due miti: Massimo Troisi perché è un grandezza della sua commedia che diverte ma fa riflettere al contempo. Poi adoro Kim Rossi Stuart. Mi sento molto vicino a lui perché ha percorso il mio stesso cammino: nasce come attore ed è diventato un regista eccellente. Spero di arrivare ad essere bravo come lui.

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