Archeologia, i 5 ritrovamenti più importanti - Affaritaliani.it

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Archeologia, i 5 ritrovamenti più importanti

I primi ritrovamenti archeologici del 2015 candidati alla vittoria della seconda edizione dell’International archaeological discovery award “Khaled al-Assad”

Di Eduardo Cagnazzi

La tomba celtica ritrovata a Lavau in Francia, i ventidue sottomarini nell’arcipelago greco di Fourni, il monumento sotterraneo nei pressi di Stonehenge, la tomba etrusca a Città della Pieve e quelle della necropoli di Khalet al-Jam’a in Palestina, ovvero i primi ritrovamenti archeologici del 2015, sono le candidate alla vittoria della seconda edizione dell’International archaeological discovery award “Khaled al-Assad”, il premio promosso dalla Borsa mediterranea del turismo archeologico e dalle testate internazionali Current archaeology (Regno Unito), Antike welt (Germania), Dossier d’archeologie (Francia) e da Archaologie der Schweiz (Germania). I riconoscimenti saranno assegnati nel corso della Bmta che si svolgerà a Paestum dal 27 al 30 ottobre. L’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, intitolato al direttore del sito di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale, è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e in particolare ai suoi protagonisti, gli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio. Il premio sarà assegnato alla scoperta archeologica prima classificata, secondo le segnalazioni ricevute da ciascuna testata. Inoltre, sarà attribuito uno Special Award alla scoperta, tra le prime cinque classificate, che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico attraverso la pagina facebook della Borsa (www.facebook.com/borsamediterraneaturismoarcheologico) nel periodo 7 luglio - 30 settembre. Il direttore della Borsa, Ugo Picarelli, e quello di Archeo, Andreas Steiner, hanno condiviso questo cammino in comune, consapevoli che “le civiltà e le culture del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante assumono oggi sempre più un’importanza legata alla riscoperta delle identità, in una società globale che disperde sempre più i suoi valori”. Il premio, dunque, si caratterizza per divulgare uno scambio di esperienze, rappresentato dalle scoperte internazionali, anche come buona prassi di dialogo interculturale e cooperazione tra i popoli. La Bmta, giunta quest’anno alla 19ma edizione, è l’unica rassegna al mondo nel suo genere; un format di successo testimoniato dalle prestigiose collaborazioni di organismi internazionali quali l’Unesco, l’Iccrom, e l’Unwto, oltre che da oltre 10mila visitatori, 100 espositori, una sessantina tra incontri e conferenze, 300 relatori e 120 operatori dell’offerta turistica. Numeri più che lusinghieri per la rassegna ideata da Ugo Picarelli nel 1998 come azione concreta di marketing territoriale dei luoghi dove insistono i siti archeologici d’Italia. “Se l’archeologia rappresenta il filo rosso della memoria da cui partire per un momento di dialogo tra culture differenti che hanno una tradizione millenaria, va rimarcato anche lo stato del patrimonio archeologico italiano, caratterizzato da siti di grande interesse ma spesso difficili da raggiungere, una condizione per troppo tempo sottovalutata”, commenta Picarelli.

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